La frustrazione palpabile nell’ambiente viola, amplificata da un filotto di risultati al di sotto delle aspettative, si concentra ora sulla partita contro il Como.
La disfatta interna contro il Napoli, un 3-1 che ha lasciato l’amaro in bocca, ha evidenziato una serie di criticità che Stefano Pioli e il suo staff si apprestano ad affrontare con determinazione, ma anche con la consapevolezza che la strada per la risalita è ancora in salita.
Il tecnico, escludendo l’illusione di soluzioni rapide, ha sottolineato la necessità di un’evoluzione profonda nel gioco della Fiorentina.
Non si tratta semplicemente di vincere, ma di farlo con una qualità di manovra che rifletta l’ambizione del club e la passione dei tifosi.
L’approccio alla partita, la velocità di pensiero e di esecuzione, l’aggressività offensiva: tutti elementi che necessitano di un’immediata revisione.
“C’è ancora tanto da perfezionare”, ha ammesso Pioli, dipingendo un quadro di un processo in divenire, dove i risultati arriveranno come conseguenza di un lavoro costante e mirato.
Un nodo cruciale è rappresentato dalla sterilità offensiva.
Gli attaccanti, finora incapaci di sbloccare il conto gol, sono sotto pressione, ma Pioli sembra fiducioso nel recupero di Kean, reduce dall’influenza e reintegrato negli allenamenti.
Il suo impiego, se non si verificheranno ricadute, rappresenta una potenziale iniezione di energia nell’attacco viola.
Anche Gudmundsson, sebbene ancora non al top della forma, lavora al pari dei suoi compagni, lasciando presagire possibili evoluzioni nelle prossime ore.
Nonostante la reticenza del tecnico a svelare le carte tattiche, è lecito attendersi un significativo turnover rispetto alla formazione scesa in campo contro il Napoli.
I nomi di Fazzini e Nicolussi Caviglia circolano con insistenza, preludio ad una riorganizzazione del centrocampo e forse, di una diversa impostazione del gioco.
Tuttavia, al di là delle scelte individuali, ciò che Pioli richiede con forza è un cambio di mentalità.
Non basta schierare giocatori di talento; è necessario instillare un’attitudine vincente, una concentrazione costante, un’incisività tale da rendere la Fiorentina protagonista in ogni singolo duello.
Il Como, squadra di spessore, ben orchestrata da un allenatore emergente e arricchita da giocatori di notevole qualità, rappresenta un banco di prova impegnativo.
In particolare, Nico Paz, un talento generoso e completo, richiederà la massima attenzione da parte della difesa viola.
Un elemento di riflessione ulteriore emerge dal commento di Fabregas, che ha espresso sorpresa per la relativa scarsità di calciatori italiani in grado di elevare il livello del gioco del Como.
Affermazioni che rimandano implicitamente alle scelte del club viola, orientato verso una politica di valorizzazione del talento nazionale.
Resta da vedere se queste scelte si confermeranno lungimiranti, ma la speranza di una rinascita viola, basata sull’identità e sulla qualità del calcio italiano, rimane intatta.