Un’indagine complessa e articolata, condotta congiuntamente dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Sassari e dall’Ispettorato Territoriale, sotto la direzione della Procura, ha portato alla denuncia di un imprenditore operante nel settore dell’assistenza socio-sanitaria nel Sassarese.
L’attività, sfociata in una sanzione pecuniaria complessiva che supera i 100.000 euro, ha messo a luce un quadro preoccupante di irregolarità che va ben oltre il mero lavoro nero, estendendosi alla contraffazione di documenti e alla compromissione della sicurezza e della formazione del personale.
L’inchiesta, innescata da un primo controllo ispettivo che aveva già evidenziato anomalie, ha rivelato una diffusa situazione di precarietà lavorativa.
Oltre alla presenza di lavoratori impiegati in nero, circostanza che aveva giustificato una sospensione cautelare dell’attività aziendale, si è riscontrata l’irregolarità di un numero considerevole di contratti di lavoro, che sono stati successivamente riqualificati in rapporti di lavoro subordinato.
Questo dato, di per sé significativo, suggerisce una volontà di eludere le normative in materia di assunzioni e gestione del personale, con potenziali ripercussioni in termini di diritti dei lavoratori e contributi previdenziali.
Un successivo controllo presso la sede operativa ha sollevato ulteriori dubbi sull’adeguatezza del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), un elemento cruciale per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro.
La documentazione esibita dal datore di lavoro, sebbene apparentemente conforme, ha presto rivelato segnali di falsità.
Approfondite verifiche hanno confermato che alcuni attestati di formazione professionale, presentati come prova dell’adeguata preparazione del personale, erano in realtà contraffatti.
In uno dei casi più eclatanti, l’attestato era stato rilasciato dall’ente formatore stesso, ma a favore di un soggetto diverso e per un corso con finalità completamente differenti.
La vicenda non si limita quindi a una semplice violazione amministrativa, ma configura un reato contro la pubblica amministrazione e la sicurezza dei lavoratori.
La contraffazione di documenti attesta una volontà deliberata di ingannare gli organi di controllo e di eludere le normative in materia di formazione e sicurezza, con il rischio di compromettere la salute e l’incolumità del personale impiegato.
L’accusa di falso, abbinata a quelle relative al lavoro nero e alla mancata tutela della salute e sicurezza, sottolinea la gravità della situazione e l’urgenza di un’azione decisa per garantire il rispetto delle leggi e la tutela dei diritti dei lavoratori, così come la responsabilità sociale dell’imprenditoria.
L’indagine è in corso e si preannuncia un approfondimento dei collegamenti tra le diverse irregolarità riscontrate e la loro possibile estensione ad altre realtà operanti nel settore.