Segreto e tensione in Venezuela: Maduro sotto inchiesta, Urrutia autoproclamato presidente. Arresti e vittime durante le proteste.

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Il Consiglio elettorale venezuelano ha recentemente trasmesso al Tribunale superiore di giustizia i registri dei seggi, tuttavia, i documenti che dovrebbero confermare la vittoria di Nicolas Maduro nelle elezioni del 28 luglio sono ancora mantenuti top secret, nonostante le pressioni della comunità internazionale. I giudici della Corte Suprema, per lo più affiliati al governo di Maduro, avvieranno un’indagine basata sull’analisi dei verbali che potrebbe protrarsi per un periodo massimo di 15 giorni.La richiesta degli atti è stata avanzata dai magistrati in seguito alla presentazione del ricorso da parte di Maduro, con l’intento di verificare la regolarità del processo di scrutinio che è stato oggetto di presunte interferenze da parte di hacker, con oltre “30 milioni di attacchi cibernetici al minuto”, come riportato dalla vicepresidente Delcy Rodríguez. Questa versione contrasta con quella dell’opposizione che sostiene che Maduro stia cercando una narrazione alternativa per nascondere la presunta vittoria del leader conservatore Edmundo Gonzáles Urrutia, il quale si è già autoproclamato “presidente eletto”.Mentre il potere giudiziario sembra sempre più coinvolto nella sfera politica, sulle strade venezuelane la tensione continua a salire. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha denunciato in un’audizione alle commissioni Esteri di Camera e Senato una “ondata di intimidazioni e arresti”. Questa repressione non ha risparmiato nemmeno alcuni dei circa 160.000 cittadini italiani residenti nel Paese sudamericano, per i quali il ministro degli Esteri italiano garantisce supporto e assistenza attraverso l’ambasciata, i consolati e l’Unità di crisi.In seguito a una conversazione telefonica con l’oppositrice Maria Corina Machado, Tajani ha anche espresso preoccupazioni per la sicurezza dell’ex parlamentare conservatrice e del candidato González dopo che sono stati iscritti nel registro degli indagati con accuse di “istigazione all’insurrezione”. Nel frattempo, mentre l’Unione europea insieme all’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrel chiedono la fine della repressione, continuano ad aumentare gli arresti e le vittime durante le proteste sociali. Secondo l’Ong Foro Penal ci sono attualmente 1.102 detenuti, tra cui 100 minori, mentre i dati forniti da Victim’s Monitor indicano almeno 23 morti.

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