Nel cuore del carcere di Perugia, un atto di resilienza e di speranza ha trasformato uno spazio detentivo in un laboratorio di rinascita.
La sala polivalente, luogo di passaggio e di attesa, si è arricchita di nuova vita grazie all’impegno creativo e manuale di alcune detenute, un progetto emblematico nell’ambito della Settimana della Custodia, un’iniziativa promossa con l’appoggio del Comune di Perugia e della Fondazione Cucinelli.
Lungi dall’essere una semplice ristrutturazione, l’intervento rappresenta un percorso di formazione e di riconquista del proprio ruolo sociale.
Le donne coinvolte hanno partecipato a un ciclo di lezioni teorico-pratiche, un’opportunità formativa offerta dal Cesf – Scuola edile di Perugia in collaborazione con l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE).
Questo programma non si è limitato a trasmettere competenze tecniche nel campo dell’edilizia, ma ha mirato a instillare un senso di responsabilità, autostima e di appartenenza ad una comunità.
Il Comune di Perugia, attraverso questo progetto, intende promuovere una visione più ampia e inclusiva della custodia, che non si limiti alla semplice gestione della detenzione, ma che si orienti verso il reinserimento sociale e la cittadinanza attiva.
La Settimana della Custodia si configura quindi come un’occasione per riflettere sul ruolo della città nei confronti dei suoi abitanti, anche di quelli che si trovano in condizioni di vulnerabilità.
La sindaca Vittoria Ferdinandi ha sottolineato come l’iniziativa vada oltre la cura degli spazi pubblici, estendendosi alla sfera umana, restituendo dignità alle persone e riconoscendo il potenziale trasformativo delle detenute.
L’impegno delle donne, attraverso il lavoro e la formazione, non è solo un segnale di speranza, ma anche un investimento nel futuro, un atto di fiducia nella possibilità di una seconda possibilità.
L’assessore Andrea Stafisso ha poi evidenziato come la Settimana della Custodia sia un veicolo per generare esperienze di responsabilità condivisa e per portare bellezza in contesti spesso segnati da difficoltà.
L’intervento si inserisce in una rete collaborativa che coinvolge istituzioni, enti di formazione e aziende del settore edile, dimostrando come l’azione sinergica possa produrre risultati significativi per il benessere della comunità e per il percorso di riabilitazione delle persone detenute.
Si tratta di un modello che guarda alla riqualificazione urbana e umana come processi integrati, dove la partecipazione attiva dei soggetti più marginalizzati diventa motore di cambiamento e di progresso sociale.