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Solange Marchignoli: Stalking e Minacce, Un Dramma a Rete Aperta

Il caso di Solange Marchignoli, avvocata penalista nota per aver difeso figure come Azouz Marzouk, Alessia Pifferi e Nina Moric, solleva una riflessione urgente sulla persistenza della violenza domestica e le sue conseguenze, anche a distanza.

L’uomo, un imprenditore iraniano di 53 anni, attualmente agli arresti domiciliari per episodi pregressi di violenza nei confronti della Marchignoli, è nuovamente accusato di stalking e diffamazione.

La gravità della situazione risiede nel fatto che, nonostante le restrizioni imposte – che includono il divieto di utilizzare strumenti di comunicazione digitale – il soggetto continuerebbe a tormentare la Marchignoli attraverso canali social, perpetrando minacce e denigrazioni.

Questo scenario complica ulteriormente la dinamica di potere già sbilanciata, evidenziando come la tecnologia possa essere strumentalizzata per prolungare e amplificare il tormento psicologico subito dalla vittima.

L’utilizzo di piattaforme social, spesso percepite come spazi di connessione e condivisione, si trasforma in un palcoscenico per abusi e intimidazioni, alimentando un clima di paura e insicurezza.
La Marchignoli, professionista che si batte quotidianamente per i diritti delle donne vittime di violenza, ha scelto di rendere pubblico il proprio dramma, partecipando alla trasmissione “Dentro la notizia” su Canale 5.

La sua testimonianza assume un valore simbolico potente: è un messaggio di coraggio e di resilienza, volto a incoraggiare altre donne a rompere il silenzio e a denunciare i propri aguzzini.
“Non bisogna avere paura e vergogna, bisogna denunciare perché la giustizia esiste, la giustizia può proteggere,” ha affermato, esprimendo la sua fede nel sistema giudiziario e il suo impegno nel promuovere una cultura della denuncia.
Le ferite fisiche subite dall’avvocata, che hanno richiesto interventi chirurgici, sono solo una parte del danno subito.
La violenza psicologica e la costante minaccia rappresentano un trauma profondo, che impatta negativamente sulla sua vita personale e professionale.
L’istanza di un aggravio della misura cautelare, avanzata dalla Marchignoli, riflette la sua crescente preoccupazione per la propria sicurezza e la necessità di garantire una protezione più efficace.

Il caso, al di là delle implicazioni legali specifiche, pone l’attenzione su una problematica sociale diffusa, che richiede un impegno costante da parte delle istituzioni, delle forze dell’ordine e della società civile per contrastare la violenza di genere e tutelare le vittime.
Il percorso di recupero del presunto aggressore, precedentemente segnato dall’uso di sostanze stupefacenti, solleva anche interrogativi sulla necessità di programmi di riabilitazione efficaci e di un monitoraggio costante dei soggetti a rischio.

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