domenica 21 Settembre 2025
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Sant’Anastasia, tentato omicidio: arrestato imprenditore edile

Un episodio di violenza premeditata ha scosso la quiete di Sant’Anastasia, in provincia di Napoli, culminando nell’arresto di Luigi Gifuni, 59 anni, imprenditore edile con precedenti penali e sospettato di tentato omicidio.
L’azione, consumatasi in mattinata, ha visto Gifuni fermato dai Carabinieri, con il supporto del Nucleo Operativo e Radiomobile di Castello di Cisterna, in una situazione prossima alla flagranza, subito dopo aver inferto un grave atto di aggressione nei confronti di Damiano Romano.

La ricostruzione degli eventi, meticolosamente condotta dai militari, suggerisce una escalation di tensione derivante da una preesistente e prolungata contesa, apparentemente banale ma capace di generare un acceso conflitto verbale e, successivamente, un atto di violenza inaudita.
La dinamica del fatto, secondo le prime indagini, si è sviluppata con Gifuni che, dopo un iniziale schiaffo rivolto alla vittima, ha fatto ricorso a un’arma da fuoco, colpendo Damiano Romano all’addome.
L’azione, rapida e brutale, mirava apparentemente a infliggere un danno grave, se non fatale, alla persona offesa.
La prontezza di riflessi della moglie di Damiano Romano ha permesso un intervento immediato, conducendo il coniuge ferito presso l’ospedale Villa Betania, dove è stato sottoposto a cure specialistiche.

Attualmente, il paziente si trova in prognosi riservata, benché le condizioni non siano giudicate critiche per la sopravvivenza.

La rapida mobilitazione dei Carabinieri della sezione Rilievi di Castello di Cisterna ha consentito la raccolta di elementi cruciali per le indagini, inclusi testimonianze e tracce balistiche, al fine di ricostruire con precisione l’intera sequenza degli eventi e accertare le motivazioni profonde che hanno scatenato l’aggressore.

L’autorità giudiziaria di Nola, dopo aver valutato gli elementi raccolti, ha emesso l’ordine di custodia cautelare nei confronti di Luigi Gifuni, disponendone il trasferimento presso il carcere di Poggioreale, in attesa della verifica formale dell’arresto e dell’avvio del processo.
Questo tragico episodio solleva interrogativi profondi sul degrado delle relazioni sociali e sulla facilità con cui discussioni apparentemente banali possono degenerare in atti di violenza con l’uso di armi.
Le indagini proseguono a tutto campo per accertare la piena responsabilità dell’aggressore e per escludere eventuali complicità.

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