Nell’ambito di una gestione complessa e delicata della fauna selvatica trentina, il Corpo Forestale ha recentemente attuato un intervento di rimozione selettiva di un esemplare di lupo maschio adulto, un provvedimento autorizzato dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, in data 4 settembre.
L’azione, eseguita in prossimità di Malga Boldera (Comune di Ala), ha visto l’abbattimento di un lupo sorpreso in un pascolo mentre tentava di predare un bovino, evidenziando la persistente conflittualità tra la presenza della specie canide e le attività zootecniche locali.
Questa decisione, lungi dall’essere un atto isolato, si inserisce in un quadro normativo e scientifico ben definito.
La base giuridica dell’intervento risiede nella legislazione provinciale dedicata alla gestione della fauna selvatica, unita al parere favorevole dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Quest’ultimo, in linea con le direttive europee sull’habitat (Direttiva Habitat), ha attestato la sussistenza delle condizioni che ne giustificano l’applicazione, un aspetto cruciale per bilanciare la conservazione della biodiversità con le esigenze socio-economiche del territorio.
La legittimità dell’operazione è stata ulteriormente avvalorata da una pronuncia del Consiglio di Stato, che ha respinto un ricorso presentato da associazioni animaliste volto a sospendere l’abbattimento.
Questa decisione sottolinea l’importanza di un approccio giuridicamente solido nelle decisioni relative alla gestione della fauna selvatica, riconoscendo la necessità di trovare soluzioni pragmatiche che tengano conto di interessi contrapposti.
L’intervento non mira ad eradicare la presenza del lupo in Trentino, una specie opportunistica e in espansione, ma a mitigare l’impatto negativo sulle attività agricole e zootecniche, essenziali per l’economia e l’identità culturale della regione.
Il rischio di danni economici, legati alla perdita di bestiame, e di conseguenti tensioni sociali, impone un’azione preventiva mirata, calibrata per evitare un’escalation di conflitti.
La Provincia Autonoma di Trento ribadisce il proprio impegno nel supportare gli allevatori attraverso un sistema integrato di prevenzione, che include misure di protezione del bestiame, assistenza tecnica specializzata e un monitoraggio continuo della popolazione di lupi.
L’obiettivo primario è la salvaguardia della stabilità socio-economica del territorio, senza compromettere, tuttavia, il percorso di conservazione di una specie chiave per l’equilibrio degli ecosistemi alpini.
La gestione del lupo rappresenta una sfida complessa, che richiede un approccio olistico, basato su dati scientifici, coinvolgimento delle parti interessate e un costante dialogo tra conservazione ambientale e sviluppo sostenibile.