10 agosto 2024 – 10:45
La questione della tassa di soggiorno è un tema dibattuto e controverso, che coinvolge non solo i comuni interessati ma anche i viaggiatori stessi. Questo balzello, spesso considerato odioso da chi si trova a doverlo pagare, rappresenta un’inversione di tendenza rispetto al concetto tradizionale di ospitalità. Infatti, l’idea che chiunque venga a visitare una città debba pagare una tassa può essere percepita come un ostacolo alla genuina accoglienza.A Torino, ad esempio, le tariffe variano da 1 euro a notte nei campeggi fino a 5 euro a notte negli hotel a 5 stelle. È difficile immaginare che le amministrazioni locali possano rinunciare a questa fonte di guadagno, ma c’è una tendenza emergente in molte altre città: alcuni gestori alberghieri decidono di includere la tassa nel prezzo del soggiorno come segno di cortesia e attenzione verso i propri ospiti.Il gesto di dire “Non ci dovete la tassa di soggiorno, siamo contenti di offrirvela noi” al momento del check-out rappresenta un modo per evitare ulteriori spese ai viaggiatori e lasciare loro un ricordo positivo dell’esperienza. Questa pratica potrebbe incentivare i turisti a tornare in futuro e contribuire alla fiducia nei confronti degli albergatori.Tuttavia, il problema della musica di scarsa qualità proposta da alcuni cantanti durante l’estate rimane irrisolto. Le parole dei Pooh “Chi fermerà la musica” sembrano più attuali che mai, considerando le esibizioni prive di talento, stile e fantasia che caratterizzano alcune performance musicali. Si assiste così a una degenerazione dell’arte musicale, con brani privi di significato e originalità che rischiano di offuscare il vero valore della musica.