mercoledì 24 Settembre 2025
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Napoli

Moccia, processo a rischio: avvocati denunciano un’accelerazione eccessiva

La recente accelerazione del procedimento giudiziario che coinvolge esponenti della famiglia Moccia, originaria di Afragola e sotto inchiesta per presunta leadership di un’associazione a delinquere di notevole potenza, ha innescato un acceso dibattito all’interno della comunità forense napoletana.
La decisione del Tribunale, a seguito del rilascio degli imputati in custodia cautelare per scadenza dei termini, di impostare un ritmo processuale estremamente serrato – con una previsione di 3-4 udienze settimanali fino a novembre e l’esame di un numero elevato di testimoni, potenzialmente fino a 30 per singola sessione – ha generato profonda preoccupazione tra gli avvocati, che vedono compromessa la concretezza del diritto di difesa.
Questa procedura affrettata, sebbene miri presumibilmente ad accelerare i tempi della giustizia, rischia di erodere i pilastri fondamentali del giusto processo.
Il diritto di difesa, non una mera formalità processuale, ma un principio costituzionale cardine, richiede tempo, approfondimento e la possibilità per il difensore di esercitare pienamente le proprie prerogative: preparare adeguatamente le argomentazioni, analizzare criticamente le prove, interrogare i testimoni con dovizia di dettagli, e contraddire le accuse con efficacia.

Un calendario processuale così intenso, imposto con urgenza, nega al difensore l’opportunità di svolgere compiutamente queste funzioni essenziali.
La nota congiunta dei presidenti del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e della Camera Penale sottolinea, con fermezza, la necessità di una revisione del programma processuale.
Non si tratta di opporsi alla ricerca della verità e della giustizia, bensì di salvaguardare il corretto svolgimento del processo, garantendo che ogni parte coinvolta possa esercitare pienamente i propri diritti.
Il contraddittorio effettivo, vero fondamento del giusto processo, non può essere sacrificato sull’altare di una fretta che rischia di compromettere la qualità della decisione finale.
L’accelerazione processuale, inoltre, solleva interrogativi sulla corretta applicazione del principio della proporzionalità.
Un’indagine complessa, che coinvolge una presunta organizzazione criminale strutturata, richiede un’analisi approfondita e un’esplorazione meticolosa delle dinamiche interne e dei rapporti interpersonali.

Affrettare i tempi, senza concedere al difensore la possibilità di esaminare a fondo le prove e di confrontarsi adeguatamente con l’accusa, può portare a decisioni affrettate e potenzialmente ingiuste.

La posizione degli avvocati napoletani si configura quindi come un monito a tutela dei diritti fondamentali e del principio di legalità, ribadendo che la giustizia non può essere perseguita a qualsiasi costo, ma deve sempre garantire la piena partecipazione e l’effettivo esercizio del diritto di difesa, baluardo imprescindibile di uno stato di diritto democratico.
Le iniziative che verranno intraprese per tutelare il ruolo del difensore saranno calibrate per assicurare il rispetto dei principi costituzionali e la garanzia di un processo equo e imparziale.

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