lunedì 22 Settembre 2025
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Crisi di competenze nel nautico: serve un ITS per i mestieri tradizionali.

Il settore nautico italiano, spinto da una crescita esponenziale e da una domanda globale in costante aumento, si trova di fronte a una sfida cruciale: la carenza di figure professionali specializzate nei mestieri tradizionali che ne costituiscono il cuore produttivo.
Se gli ITS Academy hanno dimostrato efficacia nel colmare il divario di competenze a livelli dirigenziali e tecnici avanzati, l’urgente necessità è quella di rafforzare la base artigianale, quella costituita da carpentieri navali, elettricisti, tubisti, saldatori e maestranze specializzate nella costruzione di yacht e imbarcazioni.

Come sottolinea Vincenzo Poerio, vicepresidente di Confindustria Nautica e figura di spicco nel panorama industriale, la situazione richiede un intervento strutturale e coordinato.

L’attuale sistema di formazione post-diploma, pur valido, non è sufficiente a soddisfare la richiesta di personale qualificato che emana dalle aziende.

Non si tratta semplicemente di formare operai, ma di creare un ecosistema di competenze che sappia integrare tradizione artigianale e innovazione tecnologica.
L’idea proposta da Poerio, un “ITS dei mestieri” dedicato al settore nautico, rappresenta una risposta concreta a questa esigenza.
Questa piattaforma di formazione, pensata come un punto di riferimento per l’intero territorio nazionale, dovrebbe operare in stretta collaborazione con il Ministero delle Imprese e dei Made in Italy e con enti di formazione professionale.
L’obiettivo è duplice: da un lato, fornire alle aziende un flusso costante di personale qualificato; dall’altro, garantire ai giovani (e non solo) l’opportunità di acquisire competenze spendibili in un settore in forte espansione.
L’approccio formativo delineato si basa sulla contaminazione tra esperienza industriale e didattica innovativa.

Professionisti provenienti dalle aziende, veri maestri del settore, dovrebbero affiancare i docenti, trasmettendo know-how pratico e tecniche all’avanguardia.
In questo modo, i nuovi apprendisti sarebbero immediatamente in grado di utilizzare le tecnologie più avanzate, contribuendo a mantenere la competitività del settore.

La ricerca di personale non dovrebbe limitarsi al territorio italiano.

L’apertura a candidati provenienti da altri paesi, sia europei che extraeuropei, rappresenta una risorsa preziosa per colmare il divario di competenze.

Un piano di riqualificazione professionale, rivolto anche a persone provenienti da altri settori, potrebbe favorire l’ingresso di nuove figure professionali nel comparto nautico, ampliando la base di talenti disponibili.

In definitiva, la creazione di un “ITS dei mestieri” per il settore nautico non è solo una questione di formazione professionale, ma un investimento strategico per il futuro dell’industria italiana, un baluardo del Made in Italy nel mondo.

Si tratta di preservare un patrimonio artigianale di inestimabile valore, proiettandolo verso le sfide del domani con l’ausilio di tecnologie innovative e una visione orientata alla sostenibilità.

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