L’innalzamento del livello del fiume Lambro, a Monza come precedentemente osservato a Milano, desta preoccupazione a seguito delle persistenti precipitazioni delle ultime ore.
L’amministrazione comunale ha attivato un sistema di monitoraggio intensivo, impiegando unità specializzate della Protezione Civile e della Polizia Locale per ispezionare puntualmente l’integrità e la stabilità di tutte le infrastrutture ponteggianti il corso d’acqua.
Finora, le verifiche non hanno evidenziato problematiche strutturali significative, garantendo la piena percorribilità delle opere.
La situazione idraulica complessiva, pur segnalando aree di ristagno e temporanei allagamenti, non presenta, allo stato attuale, una crisi di viabilità generalizzata.
Un’eccezione degna di nota è rappresentata da via Boccaccio, situata nelle immediate vicinanze del Parco di Monza, precisamente nella zona denominata Grazie Vecchie.
L’arteria stradale è stata temporaneamente interrotta al transito, unitamente all’accesso al parco stesso, come misura precauzionale volta a salvaguardare la sicurezza pubblica e a prevenire potenziali rischi derivanti da ulteriori variazioni del livello del fiume.
L’evento richiama l’attenzione sulla vulnerabilità delle aree fluviali, soprattutto in contesti urbani densamente popolati, dove l’interazione tra infrastrutture antropiche e processi naturali può amplificare gli effetti di eventi meteorologici estremi.
La gestione del rischio idraulico richiede un approccio integrato, che combini il monitoraggio costante dei corsi d’acqua, la manutenzione delle opere di difesa, la pianificazione territoriale attenta alla localizzazione di insediamenti abitativi e infrastrutture critiche, e la sensibilizzazione della popolazione ai comportamenti corretti in situazioni di emergenza.
La chiusura di via Boccaccio, seppur temporanea, sottolinea l’importanza di protocolli di sicurezza rapidi e definiti, che permettano di isolare le aree a rischio e di garantire un’evacuazione ordinata, qualora la situazione dovesse deteriorarsi.
L’esperienza attuale potrebbe stimolare una riflessione più ampia sulla necessità di investimenti in opere di mitigazione del rischio idraulico, quali bacini di laminazione, canali di deviazione e sistemi di allerta precoce, per proteggere la comunità e il patrimonio urbano da eventi futuri.
L’adattamento ai cambiamenti climatici, con un aumento della frequenza e dell’intensità delle precipitazioni estreme, impone un ripensamento delle strategie di gestione del territorio e della resilienza delle infrastrutture.