lunedì 22 Settembre 2025
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Appennino: Ricostruire per Rinascere, un Modello per l’Italia

L’Appennino centrale, scosso dalle ferite sismiche del 2016-2017, si presenta oggi come un laboratorio cruciale per la riqualificazione strategica delle aree interne italiane.
La ricostruzione, lungi dall’essere un mero adempimento ricostruttivo, deve configurarsi come un catalizzatore di sviluppo sostenibile, in grado di invertire la spirale dell’abbandono e di restituire dignità a un territorio ricco di storia e potenzialità.
Come ha sottolineato Guido Castelli, Commissario Straordinario per la Ricostruzione, l’impegno non si limita a riedificare strutture, ma mira a generare un ecosistema di legalità, occupazione giovanile e innovazione imprenditoriale.
La fragilità dell’Italia è intrinsecamente legata alla marginalizzazione delle aree interne.
Un Appennino depauperato, privo di opportunità e vitalità, espone il Paese a rischi ambientali amplificati, a fenomeni di spopolamento e a una perdita di capitale sociale inestimabile.
La sfida, dunque, è quella di trasformare questa vulnerabilità in un’opportunità, creando un modello replicabile per l’intero Paese.

Il piano di ricostruzione si articola attorno a tre assi fondamentali: la garanzia di sicurezza e legalità nei cantieri, il supporto attivo alle nuove generazioni e all’imprenditoria locale, e lo sviluppo di competenze e formazione professionale.

L’entità delle risorse finanziarie destinate alla ricostruzione – 28 miliardi di euro – impone un livello di trasparenza e controllo senza precedenti.
La piattaforma digitale GESI gioca un ruolo cruciale in questo senso, implementando controlli rigorosi per prevenire infiltrazioni criminali e promuovendo una gestione efficiente e moderna dei cantieri.

La prospettiva demografica gioca un ruolo centrale.

La fuga dei giovani, erosa dalla mancanza di opportunità, rappresenta una delle ferite più profonde.

Investire nelle nuove generazioni, creando posti di lavoro attrattivi e incentivando l’imprenditoria giovanile, è essenziale per garantire un futuro sostenibile all’Appennino.

Non si tratta solo di ricostruire edifici, ma di ricostruire comunità, offrendo ai ragazzi la possibilità di costruire il proprio futuro nel territorio di origine.
Questo richiede un impegno congiunto tra istituzioni, imprese e comunità locali, promuovendo la collaborazione e la condivisione di conoscenze.

I primi segnali positivi sono già visibili.

Nel 2024, l’erogazione di oltre 1,5 miliardi di euro alle imprese marchigiane ha contribuito a una crescita economica superiore alla media nazionale, dimostrando come la ricostruzione, se guidata da una visione strategica e gestita in modo efficace, possa rappresentare un vero e proprio volano per l’economia regionale.

La ricostruzione non è solo una risposta all’emergenza, ma un investimento sul futuro, un’occasione per riscoprire il valore del territorio, le sue risorse e il suo patrimonio culturale.
Un ringraziamento speciale è rivolto alla Ministra del Lavoro, Marina Calderone, per il suo coraggio e la sua sensibilità nel promuovere un percorso di rinascita che non si limita alla riparazione dei danni, ma guarda avanti, verso un futuro di fiducia e di prosperità per l’Appennino.

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