lunedì 22 Settembre 2025
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Cagliari, processo Piga: pm chiede 10 anni, perizia psichiatrica al centro

Il processo per la tragica morte di Fabio Piga, l’ex carabiniere deceduto a giugno dell’anno precedente all’interno del pub Donegal di Cagliari, ha assunto un’ulteriore, complessa dimensione con la richiesta di condanna a dieci anni e otto mesi di reclusione avanzata dal pubblico ministero Marco Cocco.

Il caso, che ha scosso la comunità cagliaritana, si concentra sul giovane Yari Fa, imputato per l’omicidio.
L’evolvere del procedimento giudiziario è stato segnato dall’acquisizione di una perizia psichiatrica cruciale, disposta dal giudice, volta a determinare la capacità di intendere e di volere dell’imputato al momento dei fatti.
La perizia ha delineato un quadro delicato, evidenziando una compromissione, seppur non totale, della capacità di intendere e di volere, pur rilevando contemporaneamente una significativa pericolosità sociale.
Questo aspetto, in particolare, solleva interrogativi profondi sulla natura della responsabilità penale e sulle misure più appropriate per la riabilitazione e la tutela della collettività.

Le circostanze che hanno portato alla tragica conclusione del conflitto sono state ricostruite nel dettaglio.
Fabio Piga, in qualità di addetto alla sicurezza del pub, era intervenuto nel bagno del locale, mossa dalla convinzione che si stesse consumando una attività illecita.

In questo contesto, l’intervento si è tragicamente concluso con un fendente inferto con un coltello da cucina, innescando una spirale di violenza che ha spezzato la vita dell’ex militare.

La rapidità con cui il processo ha preso avvio è stata determinata dall’istanza di giudizio immediato formulata dal pubblico ministero, una scelta che riflette la gravità del reato e l’urgenza di accertare le responsabilità.
Il giudice Luca Melis, accogliendo le richieste dei difensori Pier Andrea Setzu e Sara Battolu, ha optato per il rito abbreviato, accelerando così i tempi del processo.
La richiesta di condanna avanzata oggi dal pm Cocco tiene conto degli elementi emersi dalla perizia psichiatrica.

Il giudice dovrà ora ponderare attentamente le argomentazioni della difesa, le richieste delle parti civili e le conclusioni peritali, al fine di determinare la pena più adeguata, bilanciando la necessità di giustizia con le peculiarità del caso specifico e le implicazioni derivanti dalla compromissione parziale della capacità di intendere e di volere dell’imputato.
La data del 17 novembre è stata fissata per l’inizio delle arringhe conclusive, momento cruciale in cui le strategie difensive e le richieste di risarcimento saranno ampiamente esaminate.

Il processo si configura quindi come un caso emblematico, capace di sollevare questioni complesse legate alla responsabilità penale, alla salute mentale e alla giustizia riparativa.

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