La persistente emergenza fitopattologica legata alla *Xylella fastidiosa* continua a rappresentare una sfida complessa e irrisolta per l’agroecosistema olivicolo del Salento, una regione profondamente legata alla sua tradizione secolare.
La gravità della situazione è talmente elevata da minacciare la sopravvivenza di ulivi monumentali, custodi di una memoria storica e paesaggistica inestimabile, testimonianza tangibile di un patrimonio culturale che trascende i confini regionali e appartiene all’identità nazionale.
L’attenzione di personalità di spicco, come l’attrice Helen Mirren, si fa portavoce di una crescente preoccupazione e di un appello urgente alla responsabilità collettiva.
La sua partecipazione alla presentazione del volume fotografico “Il Mezzogiorno” di Uli Weber, un’opera che celebra la bellezza e la ricchezza del Sud Italia attraverso immagini evocative e testimonianze appassionate, ha offerto una piattaforma significativa per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi olivicola.
Il libro, che cattura l’essenza del Mezzogiorno attraverso un viaggio visivo dalla Sicilia alla Sardegna, passando per la Puglia e l’Abruzzo, arricchito dai commenti sentiti dell’attrice, non è solo un’opera d’arte, ma anche un atto di supporto concreto all’associazione “Save the Olives”.
Parte del ricavato derivante dalla vendita del volume sarà infatti destinata a questa organizzazione impegnata nella ricerca di soluzioni innovative e sostenibili per contrastare la diffusione della *Xylella*.
La presenza di Helen Mirren, residente da anni nella sua masseria di Tiggiano, sottolinea un legame profondo con il territorio e un’assunzione di responsabilità verso la comunità locale.
L’attrice, attraverso il suo impegno attivo e la sua voce autorevole, ribadisce la necessità di un approccio multidisciplinare che coinvolga istituzioni, ricercatori, agricoltori e cittadini.
La salvaguardia del patrimonio olivicolo non è solo una questione agronomica, ma un imperativo etico e un investimento nel futuro dell’economia salentina, intrinsecamente legata alla produzione di olio d’oliva di qualità e alla valorizzazione del paesaggio rurale.
La crisi attuale, che trascende la semplice emergenza fitopatologica, esige una riflessione più ampia sulla vulnerabilità degli agroecosistemi, sull’importanza della biodiversità e sulla necessità di adottare pratiche agricole sostenibili e resilienti.
Solo un cambiamento radicale di prospettiva, basato sulla collaborazione, l’innovazione e la consapevolezza, potrà garantire la sopravvivenza di questi alberi secolari e la rinascita di un’economia profondamente radicata nella terra.