mercoledì 15 Ottobre 2025
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Nuovi Giovani Custodi del Gusto: Rinascita dei Presìdi Slow Food

L’Italia, Paese con una storia millenaria e un’età media demografica sempre più avanzata, si presenta con un paradosso vivace e incoraggiante all’interno del panorama agroalimentare europeo: una nuova generazione di produttori si sta facendo carico del prezioso retaggio dei Presìdi Slow Food.
A Cheese, il celebre Salone del Gusto di Bra (Cuneo), è stato presentato uno studio approfondito che rivela come il progetto, nato nel 2000 con l’ambiziosa missione di salvaguardare la biodiversità e le tradizioni rurali, stia rivitalizzando il tessuto produttivo nazionale.
Contrariamente a un’aspettativa di declino, il 27% dei produttori aderenti ai Presìdi ha meno di 40 anni, una percentuale particolarmente elevata nel settore caseario, dove addirittura il 39% delle aziende è guidato da giovani imprenditori.

Questo dato, supportato dallo studio realizzato con il contributo di Guido Berlucchi e dall’expertise scientifica delle Università di Torino e Palermo, evidenzia un rinnovato interesse e impegno verso le produzioni di nicchia, spesso minacciate dall’industrializzazione e dall’omologazione.

Lo studio ha analizzato 82 Presìdi, coinvolgendo 621 produttori, offrendo una visione a trecentosessigradi: socio-culturale, ambientale ed economico.

L’impatto sociale è tangibile, con una significativa presenza femminile (213 produttrici su 621), particolarmente rilevante nel delicato e complesso mondo della filiera casearia, che abbraccia ogni fase, dall’allevamento del bestiame alla gestione dei pascoli, fino alla trasformazione del latte.

Dal punto di vista economico, il quadro è decisamente positivo: nel 56% dei casi si è registrato un aumento della remuneratività delle produzioni, senza che alcuna azienda abbia subito una diminuzione.
Questa vitalità economica è alimentata da una diversificazione strategica dei canali di vendita, che vanno dagli eventi locali e nazionali ai Mercati della Terra, passando per gruppi di acquisto solidale e reti di ristoratori e negozi specializzati.

Ma l’impegno dei Presìdi Slow Food trascende la semplice redditività economica.
Si rivela anche come un potente strumento di tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico.

Nel 67% dei casi, l’esistenza di un Presidio contribuisce attivamente alla conservazione di elementi cruciali del paesaggio rurale, come giardini storici, frutteti antichi, piante autoctone, sentieri tradizionali e tratturi abbandonati.
In particolare, i Presìdi caseari, grazie alla necessità di pascoli per gli animali, svolgono un ruolo fondamentale nella gestione sostenibile e nella salvaguardia dei paesaggi prativi montani e di alta collina.
Infine, lo studio sottolinea un profondo cambiamento culturale all’interno delle aziende dei Presìdi.
Oltre il 90% dei produttori ha drasticamente ridotto l’uso di concimi chimici di sintesi, abbracciando pratiche di fertilizzazione organica che rispettano l’ambiente e promuovono la salute del suolo.
Questo approccio, unito alla crescente consapevolezza dei consumatori e all’impegno di cuochi e ristoratori attraverso l’Alleanza Slow Food dei cuochi, disegna un futuro sostenibile per l’agroalimentare italiano, fondato sulla valorizzazione della biodiversità, la trasmissione del sapere tradizionale e l’impegno di una nuova generazione di custodi del territorio.

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