martedì 23 Settembre 2025
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Torino UniTo: Studenti pro-Palestina interrompono il Senato Accademico

L’eco della mobilitazione unitaria di ieri, segnata dallo sciopero generale, risuona oggi nel cuore dell’Università di Torino, dove la protesta pro-Palestina si è intensificata.

Un gruppo di attivisti del collettivo studentesco “Cambiare Rotta” ha interrotto la seduta del Senato Accademico presso il Rettorato, in via Po, dando voce a un’istanza di responsabilità e impegno che trascende le dinamiche accademiche.
L’azione, lungi dall’essere un semplice disordine, si configura come una denuncia puntuale e urgente, rivolta all’istituzione universitaria affinché assuma una posizione netta e inequivocabile nei confronti delle politiche dello Stato di Israele e delle conseguenze disumane del conflitto in corso.
Al centro della richiesta vi è il riconoscimento esplicito di un genocidio in Palestina, un atto di giustizia e memoria che si pone come condizione imprescindibile per qualsiasi forma di dialogo e collaborazione.

Gli attivisti non si limitano a una condanna formale: sollecitano una decisa rottura con il governo israeliano e con le aziende che alimentano la macchina bellica, un atto di disinvestimento etico che testimoni l’impegno dell’Università di Torino per la pace e la giustizia globale.

La proposta avanzata si concretizza nell’approvazione di una mozione che impegni l’ateneo ad aderire a un fronte comune con le università italiane e internazionali, al fine di denunciare le gravi e ripetute violazioni dei diritti umani che caratterizzano il conflitto.
La gravità della situazione, esacerbata dall’intensificarsi dell’azione militare israeliana nella Striscia di Gaza e dalle preoccupanti prospettive di occupazione di Gaza City, richiede un impegno concreto e coordinato.

La deliberata adozione della fame come arma di guerra, con le sue conseguenze catastrofiche per la popolazione civile, rappresenta una gravissima accusa che l’Università non può ignorare.
Mentre gli attivisti mantengono un presidio vigile in attesa di una risposta ufficiale, la richiesta fondamentale è chiara: ripudiare ogni forma di violenza e ribadire che l’autodifesa non può mai giustificare azioni militari indiscriminate e sproporzionate, tali da configurare un crimine di genocidio.
Il messaggio, proiettato in modo simbolico da uno dei balconi del Rettorato, è un appello diretto: “Dallo sciopero al Senato, UniTo rompi con lo Stato di Israele!”.
Un atto che, al di là del suo impatto immediato, aspira a innescare un processo di riflessione più ampio sulla responsabilità della comunità accademica di fronte alle ingiustizie globali e alla necessità di promuovere un futuro basato sulla pace, la giustizia e il rispetto dei diritti umani fondamentali.
L’azione rappresenta un monito per le istituzioni accademiche, invitandole a superare le logiche del silenzio e dell’indifferenza, abbracciando un ruolo attivo nella costruzione di un mondo più giusto e solidale.

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