Il suono del shofar risuona, segnando l’inizio di un nuovo anno nel calendario ebraico, Rosh haShanà.
Un momento di profonda introspezione, un’occasione per la comunità ebraica italiana e per l’intera nazione, come sottolinea il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cogliere l’essenza del rinnovamento.
Questo non è un semplice augurio di prosperità, ma un invito a un’analisi lucida e coraggiosa del presente, un’esortazione a trarre ispirazione da una tradizione millenaria che celebra la speranza e la possibilità di redenzione.
Rosh haShanà, ancorato a radici teologiche complesse, trascende la dimensione puramente religiosa per irradiare un significato universale: la capacità di guardare indietro, di riconoscere gli errori commessi, e di proiettarsi verso un futuro costruito sulla giustizia e sulla compassione.
L’idea di “teshuvà”, il pentimento, non si limita a una confessione individuale, ma coinvolge la comunità nel suo complesso, stimolando un’azione collettiva volta a riparare le ingiustizie e a promuovere la coesistenza pacifica.
Il messaggio del Presidente Mattarella giunge in un contesto storico che richiede particolare sensibilità e vigilanza.
Le sfide che l’ebraismo italiano affronta oggi non sono solo legate a dinamiche interne, ma si intrecciano con le preoccupazioni più ampie che investono il tessuto sociale europeo e globale: l’aumento dell’antisemitismo, le tensioni geopolitiche, le disuguaglianze economiche, le migrazioni forzate.
L’attenzione e la prudenza che permeano le parole del Presidente riflettono la consapevolezza di queste complessità, la volontà di esprimere solidarietà e la ferma condanna di ogni forma di discriminazione e di intolleranza.
È un momento per riflettere sulla resilienza della comunità ebraica italiana, una storia di contributi inestimabili alla cultura, all’economia e alla società italiana, una storia segnata da sofferenze e persecuzioni, ma anche da una straordinaria capacità di ricostruzione e di integrazione.
Il rispetto delle identità e delle tradizioni, la promozione del dialogo interculturale e interreligioso, la difesa dei valori fondativi della Costituzione italiana sono pilastri fondamentali per garantire un futuro di convivenza serena e prospera.
Rosh haShanà non è solo un nuovo anno, ma un nuovo inizio, una possibilità concreta di costruire ponti, di abbattere le barriere e di rafforzare i legami che uniscono gli individui e le comunità.
Un augurio di fiducia, serenità e concordia, non solo per la comunità ebraica italiana, ma per l’intera collettività nazionale e internazionale, un invito a perseguire un orizzonte di speranza e di giustizia per tutti.