martedì 23 Settembre 2025
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Torino

Matteo Franzoso: Il dolore e l’urgenza di sicurezza nello sport.

La quiete che avvolge questo luogo è un manto pesante, intriso del dolore condiviso per la perdita di Matteo, un giovane di soli ventisei anni.

La sua scomparsa, avvenuta mentre perseguiva la passione che lo animava – lo sci, l’allenamento, l’inseguimento dei propri sogni sulle piste innevate – ci confronta con l’inattesa, e apparentemente ingiusta, fragilità dell’esistenza.
L’accettazione di una perdita così improvvisa, generata da un incidente che si è tragicamente inasprito, si rivela ardua, se non impossibile.
La speranza, alimentata da preghiere e ottimismo, si è spenta con la constatazione della sua perdita.
In questo momento di profonda commozione, emerge un imperativo morale: fermarsi, riflettere collettivamente, interrogarsi sulle responsabilità e sulle possibili azioni correttive.
Non si tratta semplicemente di esprimere cordoglio, ma di tradurre il dolore in un impegno concreto per la sicurezza e la salvaguardia dei giovani atleti.
L’incidente di Matteo Franzoso, avvenuto in Cile durante un allenamento, solleva interrogativi urgenti sulle condizioni di sicurezza degli impianti e sui protocolli di allenamento.

Come possiamo garantire che il talento, l’energia e la vita di questi ragazzi, custodi di un futuro di promesse, siano adeguatamente protetti? La risposta non può risiedere in un generico “bisogna fare di più”, ma in un’analisi approfondita delle cause, nell’adozione di misure preventive e nell’investimento in tecnologie e competenze che minimizzino i rischi.

La sua scomparsa, come un brusco risveglio, ci impone un esame di coscienza non solo per la comunità sportiva, ma per l’intera società.
Dobbiamo interrogarci sulla pressione che spesso viene esercitata sui giovani atleti, sulle aspettative che li spingono a superare i propri limiti, e sull’importanza di un equilibrio tra ambizione e prudenza.
Il lutto per Matteo Franzoso non deve essere sterile, ma stimolare un cambiamento culturale che ponga la sicurezza e il benessere dei giovani al centro dell’attenzione.

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, nel commemorare il giovane discesista a Sestriere, ha reso tangibile questo senso di responsabilità collettiva.

Ma la vera omaggio a Matteo non risiede solo in parole di circostanza, bensì nell’azione concreta, nella volontà di costruire un futuro in cui la passione per lo sport non si trasformi in una tragedia evitabile.
Il suo ricordo deve illuminare il cammino verso una maggiore sicurezza, una maggiore tutela e una maggiore consapevolezza del valore inestimabile della vita.

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