Il cambiamento nei modelli di pagamento degli italiani è un tema sempre attuale e interessante. Secondo un recente rapporto del centro studi di Unimpresa, nel 2023 gli italiani hanno prelevato dai bancomat la strabiliante cifra di 360 miliardi di euro, mostrando un aumento di 10 miliardi rispetto all’anno precedente e addirittura 18 miliardi in più rispetto al 2021. Questo boom nei prelievi cash contrasta con l’aumento dei pagamenti effettuati tramite carte di credito e prepagate.Nonostante la diffusione della pandemia, il contante continua ad essere molto popolare in Italia. Il nostro Paese si colloca all’ultimo posto nell’area euro per l’utilizzo di metodi di pagamento alternativi al contante, con solamente 200 transazioni pro-capite effettuate tramite carte di credito, bonifici e assegni. Questo dato sottolinea quanto gli italiani siano ancora legati alla tradizionale moneta fisica.In confronto alla media europea, che vede una quantità di transazioni alternative al contante pari a 370 operazioni per cittadino, l’Italia mostra un notevole ritardo. Paesi come la Spagna (290), la Germania (329) e la Francia (424) si collocano ben al di sopra dell’Italia in termini di utilizzo dei pagamenti digitali. Ancora meglio si comportano i Paesi Bassi (670), la Finlandia (598) e l’Estonia (488), evidenziando una maggiore propensione verso le soluzioni digitali nei paesi del Nord Europa.Questi dati ci spingono a riflettere sulle abitudini di pagamento degli italiani e sull’importanza della digitalizzazione nel settore finanziario. Mentre il mondo si muove sempre più verso forme innovative di pagamento, è fondamentale che anche l’Italia segua questa evoluzione per rimanere competitiva a livello internazionale.
Il ritardo dell’Italia nella digitalizzazione dei pagamenti: un’analisi dei modelli di pagamento degli italiani
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