L’Emilia-Romagna si trova ad affrontare una complessa situazione socio-economica, caratterizzata da un’innalzamento preoccupante dei tavoli di crisi attivi – una cinquantina, distribuiti tra ministeri, enti regionali e locali – che coinvolgono circa 10.000 lavoratori.
La fotografia delineata dalla Cgil regionale rivela un’emergenza diffusa, che interessa realtà aziendali dislocate in tutte le province e che abbraccia un ampio spettro di settori produttivi, dalla metalmeccanica alla moda, fino all’agroalimentare.
I dati relativi ai primi sei mesi del 2025 evidenziano un’impennata drammatica dell’utilizzo della cassa integrazione, con quasi 34 milioni di ore autorizzate.
Questa cifra, che segna un incremento del 20% rispetto al 2024 e un’esplosione del 102% rispetto allo stesso periodo del 2023, testimonia un’acuta fragilità del tessuto economico regionale.
Il settore della meccanica, cruciale per l’economia emiliano-romagnola, è particolarmente colpito, con oltre 23 milioni di ore autorizzate e una crescita esponenziale rispetto agli anni precedenti.
Anche i distretti tessili, della moda e della calzaturia, tradizionalmente motori di sviluppo, mostrano segnali di profonda difficoltà.
La Cgil Emilia-Romagna segnala un trend allarmante: una crescente erosione della responsabilità sociale da parte di molte aziende.
Si assiste, sempre più frequentemente, a comportamenti inaccettabili da parte di multinazionali che, anche in settori apparentemente stabili, ricorrono a procedure di licenziamento collettivo, eludendo ogni forma di confronto sindacale e negando l’accesso agli strumenti di ammortizzatori sociali.
L’apertura unilaterale di queste procedure, prima ancora dell’avvio del dialogo con le rappresentanze dei lavoratori, si configura come una pratica vessatoria, volta a esercitare una pressione inaccettabile sui lavoratori, come tristemente evidenziato nel caso di Yoox.
Questa tendenza solleva interrogativi profondi sulla governance aziendale e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di tutela dei diritti dei lavoratori.
La frammentazione delle filiere produttive, l’esposizione ai mercati internazionali e la crescente pressione sui costi, fattori che contribuiscono alla volatilità del sistema economico, richiedono un intervento urgente e coordinato a livello regionale e nazionale.
È imperativo promuovere un modello di sviluppo più equo e sostenibile, che valorizzi il capitale umano, favorisca l’innovazione e rafforzi la coesione sociale, contrastando la precarizzazione del lavoro e tutelando il diritto al lavoro dignitoso.
Il futuro economico dell’Emilia-Romagna dipende dalla capacità di affrontare con coraggio e determinazione le sfide che si presentano, garantendo a tutti i lavoratori la possibilità di costruire un futuro migliore.