mercoledì 24 Settembre 2025
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Liguria

Savona: economia resiliente, sfide energetiche e carenza di competenze.

Il tessuto economico savonese dimostra una resilienza notevole, proiettandosi nel 2025 con una dinamica positiva dopo un 2024 caratterizzato da un incremento significativo di occupazione, stimato in 3.000 unità tra i settori industriale e delle costruzioni, con una componente industriale di 1.000 posti.

I primi sei mesi del 2025 evidenziano una crescita dell’export industriale pari al 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2024, un segnale incoraggiante che riflette una capacità di adattamento e competitività sul mercato globale.

Il porto e la logistica, pilastri fondamentali dell’economia savonese, continuano la loro traiettoria ascendente, registrando un aumento complessivo del 5% nel primo semestre 2025 rispetto ai primi sei mesi del 2024, un dato che sottolinea l’importanza strategica di queste infrastrutture per la regione.

Il settore turistico, sebbene stabile a luglio 2025, rivela una transizione interessante: si assiste a una diminuzione del flusso di visitatori stranieri a favore di un aumento del turismo domestico, un cambiamento che richiede un’attenta analisi per comprendere le sue implicazioni a lungo termine.
Queste osservazioni, presentate durante il convegno celebrativo degli 80 anni dell’Unione Industriali di Savona a Vado Ligure, sono il risultato delle approfondite analisi condotte da Alessandro Fontana, del Centro Studi di Confindustria, e Alessandro Berta, direttore dell’Unione Industriali savonese.
Tuttavia, come sottolinea la presidente Caterina Sambin, l’analisi dei dati positivi non deve distogliere l’attenzione dai punti di vulnerabilità e dalle sfide strutturali che incombono sul territorio.

La provincia di Savona si distingue, all’interno della Liguria, come la più energivora, un fattore critico alla luce dei costi energetici già elevati e della prevedibile ulteriore escalation dei prezzi.

La dipendenza da fonti energetiche esterne e la scarsa diversificazione delle fonti rappresentano una seria esposizione a shock esterni e fluttuazioni dei mercati internazionali.

Inoltre, l’incertezza geopolitica e l’instabilità socio-politica a livello globale, in particolare all’interno dell’Unione Europea – con Germania e Francia che affrontano sfide economiche complesse – rappresentano fattori di rischio significativi per l’export savonese, che vede i suoi mercati primari concentrati proprio in questi paesi.

L’esportazione verso gli Stati Uniti, pur rilevante, non può compensare completamente l’impatto di un rallentamento economico in Europa.
Un problema cruciale è rappresentato dal mismatch tra domanda e offerta di lavoro.
Nonostante la creazione di nuovi posti, quasi il 50% delle posizioni offerte non riesce a trovare personale qualificato, evidenziando una disconnessione tra le competenze richieste dal mercato e le competenze disponibili nella forza lavoro locale.

Questa situazione è aggravata dall’imminente ondata di pensionamenti prevista nei prossimi cinque anni, con una potenziale perdita di 40.000 addetti in Liguria.

Il rischio è quello di una “cannibalizzazione” della forza lavoro, dove le aziende si contendono lo stesso bacino di candidati, compromettendo la crescita e l’innovazione.

È imperativo investire in programmi di formazione professionale, promuovere l’attrazione di talenti dall’estero e incentivare la permanenza dei giovani qualificati nel territorio, per affrontare questa sfida demografica ed economica.

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