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mercoledì 29 Ottobre 2025

Papa Francesco: un’opera d’arte tra fede, memoria e speranza.

Franciscvs-Miserando atque eligendo: un’opera monumentale che trascende la semplice scultura, eretta come eco visiva dell’impegno pastorale di Papa Francesco.

L’artista napoletano Domenico Sepe ha concepito questo bronzo imponente, alto circa due metri, non come una mera rappresentazione del Pontefice, ma come un’incarnazione simbolica della Chiesa stessa, in perpetuo movimento, votata all’umiltà e alla compassione, in consonanza con il suo motto vescovile, “Miserando atque eligendo” – guardare con misericordia e scegliere.
L’opera si presenta come un dialogo tra tradizione e profeticità.
Francesco, raffigurato nel dinamismo del cammino, proietta lo sguardo verso l’orizzonte del futuro, le cui fondamenta affondano nella storia e nella fede.

I suoi piedi poggiano su lastre di bronzo che evocano la pietra su cui fu edificato Pietro, il primo Papa, e le Tavole della Legge, pilastri imprescindibili dell’etica cristiana.

Questo ancoraggio al passato non è un richiamo al conservatorismo, ma un invito a reinterpretare le radici della fede alla luce delle sfide contemporanee.
Il cuore pulsante dell’opera risiede nel pastorale, realizzato con legno recuperato dai relitti del tragico naufragio di Steccato di Cutro.
Questo gesto, carico di significato, trasforma un materiale intriso di dolore e memoria in un simbolo potente di redenzione e speranza.
Il legno, umile e grezzo, è un monito costante sulla fragilità umana e sulla necessità di accogliere coloro che, come i migranti, sono spesso abbandonati ai margini della società.

La croce, legata con corde di sopravvivenza, accentua la connessione tra la sofferenza terrena e la promessa di una vita trascendente.
La figura del Papa si dissolve, in una suggestiva metamorfosi, nel saio di San Francesco d’Assisi, sottolineando la continuità spirituale tra i due uomini, accomunati da un nome e da un messaggio universale: la povertà come via di liberazione, la fraternità come fondamento di una società giusta, l’amore per il creato come dovere imprescindibile.
Questa sublimazione, questa trasfigurazione, eleva l’opera a un livello di simbolismo più elevato, trascendendo la mera rappresentazione fisica per evocare valori eterni.

L’argilla originaria, plasmata nelle prime fasi creative, è stata restituita al luogo del naufragio, simboleggiando un atto di memoria condivisa e un impegno concreto verso la comunità di Steccato di Cutro.
Donata a Don Pasquale Squillacioti, parroco locale, l’opera in argilla diventa un segno tangibile di speranza, un punto di riferimento spirituale per una comunità segnata dal dolore.
Franciscvs-Miserando atque eligendo non è dunque un semplice monumento, ma un’affermazione artistica che scolpisce nel bronzo la misericordia, incarna la memoria e alimenta la speranza.

È un omaggio a un Papa che ha preferito parlare con i gesti e un invito all’umanità a ritrovare la via della salvezza, anche tra le onde più increspate.
Un’opera che interroga, commuove e ispira, invitando a riflettere sul significato profondo dell’essere umano e sulla sua responsabilità verso il prossimo.

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