L’eco della violenza di genere, una ferita transculturale che persiste in ogni società, si fa ancora più urgente nel nostro presente, segnato da eventi tragici come la recente perdita di Charlie Kirk, figura emblematica di un’America cattolica fondamentalista dove la vulnerabilità femminile è troppo spesso una realtà dolorosa.
È in questo contesto che il film “Familia”, opera del regista calabrese Francesco Costabile, emerge come un grido di denuncia e una potente riflessione sulla complessità delle dinamiche familiari distorte.
“Familia”, già proiettato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia 2024, trae ispirazione dal libro “Non sarà sempre così” di Luigi Celeste, un racconto straziante di anni di abusi domestici culminati in un atto di violenza estrema.
Il film, con un cast di interpreti di grande talento come Francesco Gheghi, Barbara Ronchi e Tecla Insolia, si è distinto tra candidati di notevole prestigio, superando opere come “Duse” di Pietro Marcello e “Le assaggiatrici” di Silvio Soldini, una vittoria che sottolinea la sua rilevanza e il suo impatto emotivo.
La candidatura agli Oscar, una scelta audace come sottolinea lo stesso Costabile, testimonia la volontà di affrontare temi delicati e necessari, anche nel panorama cinematografico americano.
Nonostante l’assenza di una distribuzione americana consolidata, l’impegno di Medusa Film, guidata da Giampaolo Letta, dimostra una fiducia incrollabile nel potenziale dell’opera.
In un panorama internazionale costellato di capolavori impegnati, “Familia” si confronta con titoli di grande valore come “The Voice of Hind Rajab”, Leone d’argento a Venezia e simbolo della tragedia palestinese, e “Un Semplice Incidente” di Jafar Panahi, considerato da molti l’occasione più ghiotta per il cinema francese negli ultimi trent’anni.
Costabile riconosce l’importanza di queste opere, sottolineando come il cinema possa fungere da strumento per affrontare argomenti complessi e sensibilizzare il pubblico, soprattutto in contesti scolastici.
Le proiezioni in diversi paesi, dal Giappone al Brasile, hanno rivelato una risonanza sorprendente: donne di culture diverse si sono riconosciute nelle vicende narrate, confermando il potere universale del cinema nel toccare le corde più profonde dell’animo umano e stimolare il cambiamento.
“Familia” si erge a simbolo della forza del cinema italiano nel narrare storie capaci di trascendere i confini geografici e culturali, dando voce a chi troppo spesso è silenziato e affrontando con coraggio i diritti negati all’infanzia e alle donne.
I produttori, in collaborazione con Medusa Film, Indigo Film e O’Groove, esprimono l’auspicio che il film possa infondere speranza e dare forza a chi combatte per la giustizia.
Il percorso verso gli Oscar è appena iniziato, e Costabile si affida all’esperienza del produttore Nicola Giuliano, già vincitore di un Oscar con “La Grande Bellezza”.
Il futuro lo vedrà impegnato nella conclusione della sua trilogia sulla violenza, un percorso artistico complesso e profondamente necessario.
La celebrazione di questa candidatura è solo il preludio di un viaggio lungo e significativo, un viaggio che pone al centro la denuncia e la speranza di un cambiamento reale.