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Patteggiamento per l’omicidio stradale di Anna Greco: due anni e sospensione patente.

La giustizia ha segnato una tappa delicata nel complesso caso che ha visto protagonista un giovane automobilista, ventitreenne, accusato di omicidio stradale, in seguito a un tragico incidente che ha strappato di vita Anna Greco, una bambina di soli sei mesi.
Nel tribunale di Bergamo, il giovane ha accettato un patteggiamento che prevede due anni di reclusione, con pena sospesa, un compromesso che riflette la gravità del gesto e la necessità di un percorso di responsabilizzazione.
L’udienza, presieduta dal giudice unico Alessia Solombrino, ha visto il giovane difeso dagli avvocati Rocco Lombardo ed Emilio Tanfulla, che hanno seguito la vicenda con attenzione e sensibilità.

Oltre alla pena detentiva sospesa, il giudice ha comminato una sanzione accessoria significativa: la sospensione della patente di guida per diciotto mesi, un ulteriore monito a rispettare le regole della strada e a considerare l’impatto devastante delle proprie azioni.

La vicenda, profondamente radicata nel dolore di una comunità, risale al 25 febbraio 2024.
La famiglia Greco-Cardia, composta da Francesco Greco (36 anni) e Antonella Cardia (31 anni) originari di Fontanella, si stava recando a Capizzone quando la loro auto è stata coinvolta in un impatto violento con il veicolo guidato dal giovane.

Le conseguenze furono drammatiche: le due auto si sono immediatamente incendiate, intrappolando i passeggeri in una situazione di estrema difficoltà.
Anna Greco, la piccola di soli sei mesi, riportò lesioni gravissime che, nonostante i tentativi di soccorso, si rivelarono fatali il 17 luglio dell’anno precedente.

Parallelamente al processo penale, la compagnia assicurativa del responsabile ha provveduto a versare un ingente acconto a titolo di risarcimento danni.

La quantificazione definitiva del risarcimento resta tuttavia in sospeso, poiché sono tuttora in corso approfondite perizie medico-legali volte a valutare con precisione l’entità delle lesioni fisiche e del trauma psicologico subito dai genitori della piccola.

Questi accertamenti sono cruciali per determinare l’ammontare complessivo del risarcimento dovuto, considerando non solo le spese mediche sostenute, ma anche il danno morale, la perdita della capacità lavorativa e il dolore profondo causato dalla perdita ingiusta della figlia.

L’incidente, oltre alla tragedia umana, solleva interrogativi importanti sulla sicurezza stradale, sulla responsabilità individuale e sull’importanza di una cultura della guida improntata alla prudenza e all’attenzione.

Il caso Greco-Cardia rappresenta un monito per tutti, un invito a riflettere sull’impatto che ogni nostra azione può avere sulla vita altrui e sulla necessità di un impegno costante per prevenire simili tragedie.
La giustizia, pur non potendo restituire la vita a una bambina innocente, cerca di offrire una risposta al dolore dei genitori e di contribuire a un futuro più sicuro per tutti.

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