Il decreto “Terre dei Fuochi” ha ottenuto il via libera al Senato (91 voti favorevoli, 55 contrari), rappresentando un intervento legislativo di stringente necessità per contrastare un fenomeno endemico che affligge l’area compresa tra le province di Napoli e Caserta, un territorio esteso per oltre mille chilometri quadrati, gravemente segnato da decenni di gestione illecita dei rifiuti e da una cultura dell’illegalità radicata.
Il provvedimento, nato dall’urgente necessità di arginare un problema che ha implicazioni sanitarie, ambientali ed economiche devastanti per la popolazione, introduce una riorganizzazione profonda della normativa in materia di gestione dei rifiuti, ridefinendo i reati connessi all’abbandono e allo smaltimento illegale.
Non si limita a inasprire le pene esistenti, ma introduce nuove fattispecie di reato, distinguendo con maggiore precisione tra l’abbandono di rifiuti non pericolosi, l’abbandono aggravato di tali rifiuti e, soprattutto, il delitto di abbandono di rifiuti pericolosi, spesso alla base di incendi dolosi che rilasciano nell’atmosfera sostanze altamente tossiche.
Una delle innovazioni più significative è l’introduzione dell’arresto in flagranza differita per reati ambientali di particolare gravità, come il disastro ambientale e il traffico illecito di rifiuti, strumento che mira a contrastare con maggiore efficacia le organizzazioni criminali che operano nel settore.
L’inasprimento delle sanzioni è accompagnato dall’applicazione di misure accessorie, volte a colpire non solo i responsabili diretti, ma anche i beneficiari indiretti di queste attività illegali.
Si prevede la sospensione della patente per gli autisti coinvolti, il fermo amministrativo dei veicoli utilizzati per il trasporto illecito e l’esclusione dall’Albo dei gestori ambientali per le imprese che operano in violazione della legge, con l’obiettivo di rendere il sistema più trasparente e controllato.
Il decreto introduce inoltre elementi strutturali fondamentali per affrontare la complessità del problema.
Viene istituito il Dipartimento per il Sud, un organo centrale per l’indirizzo e il coordinamento delle politiche strategiche per il Mezzogiorno, con un budget incrementale che, dal 2026, raggiungerà quasi 8 milioni di euro annui.
La soppressione della precedente Struttura di missione ZES sottolinea l’intenzione di superare approcci parziali e frammentati, promuovendo una visione integrata e a lungo termine.
Al cuore del decreto vi è la figura del Commissario unico per la bonifica, dotato di poteri straordinari per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti abbandonati e la bonifica dei terreni contaminati.
A questa figura è stato destinato un fondo speciale di 15 milioni di euro per il 2025, a cui si aggiungono disposizioni che consentono l’esercizio di azioni di rivalsa nei confronti dei responsabili, al fine di recuperare le spese sostenute per la bonifica.
Il decreto, infine, riconosce l’importanza di un’assistenza tempestiva alla popolazione colpita da eventi calamitosi legati alla crisi ambientale, evidenziando l’impegno dello Stato a tutelare la salute e il benessere dei cittadini.
Si tratta di un intervento complesso, che mira a trasformare un’emergenza cronica in un’opportunità di sviluppo sostenibile e di rinascita per un territorio martoriato.