domenica 28 Settembre 2025
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Tano Festa a Foggia: una mostra inedita su un genio dimenticato.

La galleria d’arte contemporanea di Foggia si appresta ad accogliere, a partire dall’11 ottobre, un’esposizione monografica dedicata a Tano Festa, figura poliedrica e complessa del panorama artistico italiano del secondo Novecento.

La mostra, che presenta circa venticinque opere inedite e certificate, si configura come un’indagine approfondita del percorso creativo e spirituale di un artista scomparso prematuramente nel 1988, all’età di soli quarantanove anni.
La traiettoria artistica di Festa si rivela fin dalla tenera età, con un’inclinazione naturale per l’espressione visiva che lo porta a proseguire gli studi in fotografia presso l’Istituto d’Arte di Roma.
Questa formazione tecnica si intreccia presto con un fervente interesse per il contesto culturale romano, dove stringe legami significativi con figure chiave come Mario Schifano e Franco Angeli, contribuendo a definire il movimento della Scuola di Piazza del Popolo.
Questa scuola, nata come una riflessione originale sulla Pop Art americana, si distingue per la sua volontà di reinterpretare i codici e le iconografie della cultura popolare, contestualizzandoli all’interno di una sensibilità profondamente radicata nel patrimonio artistico italiano.
Festa, pur nutrito di ispirazione dalla vibrante estetica pop, ne elabora una declinazione personale, caratterizzata da un approccio meno didascalico e più intriso di ricerca interiore e sperimentazione formale.
Gli anni Sessanta e Settanta vedono emergere nelle sue opere una particolare ossessione per le figure monumentali della Cappella Sistina, create da Michelangelo Buonarroti.
Il *Giudizio Universale*, il *David*, la *Creazione di Adamo* diventano non solo soggetti da riprodurre, ma veri e propri spunti di riflessione sulla condizione umana, sul divino, sull’arte stessa.

Festa non si limita a trascrivere l’immagine michelangiolesca; la decostruisce, la frammenta, la riassembla in composizioni che esprimono un senso di inquietudine, di movimento, di ricerca continua.

Come sottolinea il curatore Giuseppe Benvenuto, la pittura di Festa è intrinsecamente dinamica, caratterizzata da un uso audace e inatteso dei colori, da contrasti cromatici impetuosi che suggeriscono un’urgenza espressiva.

Dietro l’apparente leggerezza e l’immediatezza delle immagini, si cela un profondo disagio esistenziale, una ricerca spasmodica di significato che si manifesta attraverso la violenza del gesto pittorico.

La sua opera si configura dunque come un diario visivo, un percorso interiore documentato attraverso un linguaggio artistico originale e profondamente personale, testimonianza di un talento precoce e di una sensibilità acuta, spenta troppo presto.
La mostra a Foggia offre un’opportunità imperdibile per riscoprire e approfondire la complessa eredità di un artista imprescindibile per comprendere l’evoluzione dell’arte italiana del secondo Novecento.

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