venerdì 26 Settembre 2025
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Malpensa: Sciopero, diritti dei lavoratori e protesta contro il genocidio a Gaza

Un corteo di attivisti, provenienti da diverse realtà sindacali e movimenti sociali, si è radunato all’ingresso principale del Terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa, dando vita a un presidio di protesta che intreccia istanze lavorative e solidarietà internazionale.
L’azione, promossa congiuntamente da Cub e Usb, si inserisce in una giornata di sciopero generale che interessa il settore aeronautico, amplificandone il significato simbolico e l’impatto potenziale.

Silvio Pistoia, portavoce di Usb, ha esplicitato le motivazioni che animano la mobilitazione: un appello urgente allo sblocco dei salari, attualmente bloccati nonostante un drammatico incremento dei carichi di lavoro gravano sulle spalle dei lavoratori.
Questa rivendicazione non si esaurisce in una mera questione economica, ma si configura come una battaglia per la dignità e il riconoscimento del valore del lavoro umano in un contesto spesso caratterizzato da logiche di sfruttamento e precarietà.
Il presidio assume però una valenza ancora più ampia, estendendosi a una ferma condanna del genocidio in corso a Gaza.

La denuncia è precisa: Malpensa, come hub strategico per il trasporto merci, funge da via di transito per armamenti destinati all’esercito israeliano.
La protesta, quindi, si configura come un atto di resistenza civile volto a interrompere questo flusso di armi, percepito come complice di una spirale di violenza e sofferenza.
L’azione degli attivisti non si limita alla manifestazione statica alla porta 1.

Un successivo blocco è stato annunciato a Cargo City, cuore pulsante della movimentazione merci, con l’obiettivo di impedire fisicamente l’imbarco di carichi destinati a supporto dell’esercito israeliano.
Questa scelta, di forte impatto simbolico, testimonia la volontà di superare la mera protesta verbale e di agire in modo diretto per contrastare le dinamiche di conflitto.

Nonostante l’intensità delle rivendicazioni e la delicatezza del contesto, la situazione al momento risulta pacifica.
Tuttavia, un significativo dispiegamento di forze dell’ordine garantisce la sicurezza e monitora attentamente gli sviluppi, consapevole della potenziale escalation di tensione derivante dalla natura stessa dell’azione di dissenso.

Il presidio rappresenta quindi un momento di confronto tra diritti del lavoro, responsabilità geopolitiche e imperativi etici, in un aeroporto che, per sua natura, connette il locale al globale, l’economia alla coscienza civile.

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