Quattordici anni e otto mesi: questa la pena inflitta dal giudice monocratico Alfredo Ferraro, presso il Tribunale di Bari, a Domenico Lagonigro e Pasquale Mastromarino, per il loro coinvolgimento nell’efferato omicidio di Bartolo Dambrosio, figura apicale dell’organizzazione criminale di Altamura (Bari), avvenuto il 6 settembre 2010.
La sentenza, emessa a distanza di quasi quattordici anni dall’evento, segna un tassello importante nella lunga e complessa indagine che ha cercato di fare luce su un crimine che ha scosso profondamente la comunità locale e ha rivelato l’estesa rete di potere e violenza che permeava il territorio.
Le condanne, pronunciate a marzo 2024, si aggiungono a quelle già inflitte nel 2012 a tre esecutori materiali, delineando un quadro più completo del ruolo e della responsabilità di Lagonigro e Mastromarino nell’elaborazione e nell’esecuzione del piano criminale.
Secondo le ricostruzioni della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, Lagonigro, in qualità di fornitore, avrebbe garantito al commando armato l’accesso alle armi utilizzate per l’omicidio, mentre Mastromarino, partecipando attivamente all’agguato, ha successivamente provveduto alla distruzione dei veicoli e delle armi impiegate, nel tentativo di cancellare tracce e ostacolare le indagini.
L’omicidio di Dambrosio, consumato mentre l’uomo si trovava a correre nel suggestivo contesto del Pulo di Altamura, un’area di pregio naturalistico nella Murgia barese, non fu un atto isolato, ma il culmine di una escalation di tensioni interne all’organizzazione mafiosa, legate alla contesa per il controllo del territorio e delle attività illecite.
La DDA ha ricostruito come l’evento si inserisca in un contesto di conflitti di interessi e dinamiche di potere che affondano le radici in anni di attività criminale.
La sentenza, oltre all’imposizione delle pene detentive, prevede un risarcimento economico per le parti civili costituite in giudizio.
Oltre alla Regione Puglia e al Comune di Altamura, i familiari di Bartolo Dambrosio, rappresentati dagli avvocati Giovanni Ladisi e Nicola Romano, hanno ottenuto il riconoscimento del danno subito.
Gli imputati, assistiti dagli avvocati Gaetano Sassanelli, Attilio Triggiani e Marika Longo, dovranno quindi adempiere a tale obbligo.
La motivazione dettagliata della sentenza sarà pubblicata entro novanta giorni, offrendo una disamina approfondita delle prove raccolte, delle valutazioni giuridiche e delle considerazioni che hanno portato alla decisione finale.
L’attesa delle motivazioni permetterà di comprendere appieno la complessità dell’indagine e il peso delle responsabilità accertate nei confronti di Lagonigro e Mastromarino, contribuendo a restituire alla comunità altamurana un senso di giustizia e a rafforzare la lotta contro la criminalità organizzata nel territorio pugliese.