venerdì 26 Settembre 2025
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Il cuore nascosto del Cantico: un’analisi rivela Assisi.

Il *Cantico delle Creature*, ben oltre una semplice lode poetica, si rivela un’immersione vertiginosa nell’essenza stessa dell’essere, un prisma attraverso cui Francesco d’Assisi decifra la complessità dell’universo.
Questa interpretazione, profondamente radicata in una visione cristologica, emerge con forza dalla presentazione del volume “Il cuore nascosto del Cantico, da Sordomute a Frate Sole, San Francesco e le strofe del vescovado”, opera del vescovo Domenico Sorrentino, un’analisi che scava nei recessi storici e spirituali del capolavoro assisi.

L’evento, tenutosi nella suggestiva Sala della Spogliazione del Palazzo vescovile, ha visto la partecipazione di autorità civili e militari, studiosi, rappresentanti del mondo associativo e una folta platea di cittadini, testimoniando il vivo interesse per una rilettura del *Cantico* in chiave contemporanea.

Monsignor Sorrentino, introducendo il suo lavoro, ha delineato il *Cantico* come un’ode “pasquale”, un canto che celebra il ciclo eterno di morte e resurrezione.

Questa dicotomia, lungi dall’essere un mero accostamento simbolico, rappresenta la chiave di volta per comprendere la profonda interconnessione tra la caducità terrena e l’immortalità divina.

La morte, nel pensiero francescano, non è una fine ma una porta verso l’incontro con Dio, un’esperienza di fusione estatica che proietta l’anima in una nuova dimensione di essere.

Il libro, inoltre, offre un’inedita prospettiva storica, svelandone il “fattore X”: un’indagine sui momenti cruciali della vita di Francesco presso il vescovado, spesso trascurati o minimizzati dalla storiografia francescana tradizionale, per ricostruire il contesto storico e umano che ha plasmato la sua opera.

Franco Cardini ha sottolineato come l’approccio di Sorrentino, con il suo “canone inverso”, ci inviti a ripercorrere il percorso del *Cantico* a ritroso, partendo dalla scena della morte di Francesco per poi risalire alle sue radici, fino a giungere al nucleo originario del componimento.
Questo metodo, innovativo e stimolante, permette di cogliere la profonda coerenza strutturale e tematica dell’opera, evidenziando il ruolo centrale del perdono, strettamente legato al concetto di morte e redenzione.
Piero Damosso, introducendo i lavori, ha enfatizzato la dimensione cristologica del volume, descrivendolo come la contemplazione di un quadro armonioso, un’immagine che riflette la bellezza e l’ordine del cosmo creato da Dio.

Tuttavia, questa armonia non cancella la realtà della sofferenza e del dolore che permea l’esistenza umana, ma piuttosto ne sottolinea la necessità di un’interpretazione spirituale che trascenda la dimensione terrena.

La risonanza attuale del *Cantico* è stata poi accresciuta dalla figura di Carlo Acutis, che attira a Assisi un flusso continuo di giovani e fedeli, simbolo di una spiritualità rinnovata e vibrante.
In concomitanza con la presentazione del libro, l’Associazione Umbria Pro-Attiva, l’Istituto omnicomprensivo Dante Alighieri e la diocesi Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino hanno inaugurato la mostra “Cantico delle Creature”, un’esposizione fotografica realizzata dagli studenti del laboratorio di Fotografia e Immagine, guidati dai professori Giuliano Tili e Oriella Galafate.

Questa iniziativa, frutto di anni di lavoro e dedizione, offre una reinterpretazione visiva del *Cantico*, unendo arte, fede e impegno educativo, e testimoniando la capacità del capolavoro francescano di ispirare nuove generazioni.
Il progetto rappresenta un ponte tra passato e futuro, tra la spiritualità medievale e la sensibilità contemporanea, e invita alla riflessione sul rapporto tra l’uomo, la natura e il divino.

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