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Venditti sotto accusa: dolore, indignazione e difesa a tutto campo.

“Un colpo alla mia persona, un affronto all’istituzione che ho servito con dedizione per quasi mezzo secolo.

” Con queste parole, Mario Venditti, ex procuratore della Repubblica a Pavia, ha reagito alla perquisizione subita, esprimendo un dolore profondo che va oltre la semplice contrarietà giuridica.

Un dolore che si radica nella percezione di una fiducia tradita, di una reputazione calpestata dopo decenni di impegno nello Stato, anni talvolta segnati da rischi concreti, testimoniati dalla scorta che lo ha accompagnato per un decennio.

L’indagine in corso, legata all’inquietante caso di Garlasco e alla tragica scomparsa di Chiara Poggi, lo vede accusato di corruzione in atti giudiziari.

Venditti si difende con fermezza, ribadendo di non aver mai ricevuto compensi di alcun genere e rivendicando la dignità con cui ha esercitato la professione.

“Nessuno potrà mai riparare al danno subito,” ha dichiarato, sottolineando l’impossibilità di quantificare la perdita di onore derivante da un’accusa di tale portata.

Un punto cruciale nella vicenda riguarda le archiviazione richieste e ottenute in passato per Gianluca Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, figura oggetto di indagine nel nuovo filone processuale.
Venditti non si pente di queste decisioni, affermando di ritenere ancora Sempio estraneo alla vicenda.
Questa posizione, apparentemente in contrasto con le accuse attuali, evidenzia la complessità del caso e la necessità di un’analisi approfondita delle dinamiche investigative.

L’accusa di aver ricevuto denaro per manipolare l’inchiesta su Sempio rappresenta il fulcro del procedimento.
Venditti si è mostrato disponibile a rispondere alle domande degli inquirenti, confidando che la verità emergerà e lo scagionerà.

L’amarezza è palpabile, trascendendo la semplice preoccupazione per la libertà personale.
“Sono a disposizione,” ha affermato, quasi a voler sottolineare la propria innocenza e la volontà di collaborare alla ricerca della verità.

La difesa, affidata all’avvocato Domenico Aiello, ha reagito con una dura lettera indirizzata al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, una presa di posizione che il diretto interessato ha prontamente condiviso.
L’avvocato ha espresso una profonda preoccupazione per la gravità delle accuse e per le modalità con cui l’inchiesta è stata condotta, sollevando dubbi sulla imparzialità del procedimento.

“Dopo quello che è successo oggi, non ho più paura di niente,” ha dichiarato Venditti, esprimendo un senso di rassegnazione e di profondo sconforto.

Il danno d’immagine, l’onta subita, sono una ferita aperta su una carriera decennale, un prezzo altissimo da pagare per un’accusa che, secondo l’ex magistrato, si rivelerà infondata.

La vicenda pone interrogativi profondi sul delicato equilibrio tra presunzione di innocenza e diritto di indagine, e sulle conseguenze devastanti che un’accusa infamante può avere sulla vita e sulla reputazione di un uomo.

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