martedì 30 Settembre 2025
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Bullifree: Indagine sul bullismo nelle scuole Valsugana.

L’indagine “Bullifree”, un’iniziativa volta a scrutare il fenomeno del bullismo all’interno di dieci istituti scolastici della Valsugana, ha coinvolto una vasta comunità: oltre tremila studenti, quasi duemila genitori e un numero significativo di docenti e personale ATA.
I dati raccolti offrono un quadro complesso e articolato, evidenziando non solo la percezione del problema, ma anche le strategie di intervento e le dinamiche relazionali in atto.

Nonostante la consapevolezza diffusa della gravità del bullismo, l’84% degli studenti si dichiara generalmente soddisfatto della propria esperienza scolastica.
Tuttavia, di fronte a un episodio di prevaricazione, emerge una spaccatura di opinioni: quasi la metà degli studenti ritiene opportuno l’intervento immediato, mentre una minoranza (17%) esprime preoccupazione per potenziali rischi.

La fiducia nelle figure adulte – genitori e insegnanti – si conferma fondamentale come punto di riferimento per gli studenti in cerca di aiuto.
L’indagine rivela una divergenza di vedute sul trattamento dei responsabili di atti bullistici.

La maggioranza degli studenti propende per sanzioni e punizioni, mentre il personale scolastico e i genitori sottolineano l’importanza di un approccio orientato al supporto, alla presa di coscienza e alla rieducazione.
Questa differenza di prospettiva sottolinea la necessità di un dialogo costruttivo tra studenti, genitori e istituzioni per definire strategie educative efficaci e condivise.

La definizione di bullismo fornita dagli studenti mette in luce la sua essenza: un’interazione negativa tra due o più individui non legati da un rapporto di amicizia, caratterizzata da uno squilibrio di potere.
La percezione dei comportamenti tipici del bullo si focalizza sull’offesa verbale, l’insulto, la minaccia e l’aggressione fisica, in linea con la visione degli adulti, sebbene la presa in giro appaia più rilevante nella percezione studentesca.

Il personale scolastico e i genitori aggiungono ulteriori elementi quali scherzi pesanti ed esclusione dal gruppo, ampliando lo spettro dei comportamenti bullistici.

I luoghi più a rischio, secondo l’indagine, includono bagni, spogliatoi, aree isolate della scuola e cortile, soprattutto durante gli intervalli e la mensa, con un’attenzione particolare ai trasporti scolastici.
L’analisi del cyberbullismo rivela una crescente preoccupazione per l’utilizzo delle tecnologie digitali.
Sia studenti che adulti concordano sulla potenziale pericolosità della rete.

I dati indicano che la maggior parte degli studenti riceve un cellulare in età precoce (tra i 9 e i 13 anni) e dedica in media 121 minuti al giorno all’utilizzo del dispositivo.
Sebbene le attività ludiche come l’ascolto di musica e la fruizione di video siano prevalenti, anche lo studio occupa una fetta significativa del tempo online.
L’uso dei social network e la messaggistica, pur esistenti, risultano meno diffusi rispetto ad altre attività.
Un dato significativo è l’ampia influenza degli “influencer”, seguiti da oltre la metà degli studenti, evidenziando l’importanza del ruolo dei modelli digitali sulla loro percezione e comportamento.
Il progetto “Bullifree”, sostenuto da Etika, un’iniziativa di Dolomiti Energia sviluppata in collaborazione con un ampio network di cooperative e istituzioni finanziarie, mira a promuovere la cultura della legalità, del rispetto e della responsabilità all’interno della comunità scolastica.
L’indagine, quindi, non si pone solo come strumento di diagnosi del fenomeno, ma come trampolino di lancio per interventi mirati e una maggiore consapevolezza collettiva.

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