L’emergere di “Der Kreiser”, una piattaforma editoriale online che impiega l’intelligenza artificiale per generare articoli imitando lo stile di giornalisti affermati come Beppe Severgnini e Alberto Faustini, solleva interrogativi profondi sul futuro del giornalismo e sull’autenticità della creazione intellettuale.
Lungi dall’essere una semplice curiosità tecnologica, l’iniziativa, definita dai suoi promotori anonimi come “(la) (nuova) stampa”, rappresenta un punto di svolta potenzialmente trasformativo, e persino destabilizzante, per l’intero ecosistema informativo.
L’approccio adottato da “Der Kreiser” si basa sulla creazione di “pasticci” stilistici, ovvero testi generati da algoritmi che emulano lo stile di scrittura di autori specifici, senza che questi ultimi abbiano alcuna responsabilità o consenso nei confronti dei contenuti prodotti.
Questa tecnica, puramente imitativa, pone una serie di questioni etiche e legali complesse.
Chi detiene il diritto di replicare e commercializzare lo stile di un autore? Qual è il confine tra ispirazione e plagio nell’era dell’intelligenza artificiale?Beppe Severgnini, ironicamente, ha sperimentato in prima persona la capacità dell’IA, integrando l’imitazione del suo stile nel suo libro “Socrate, Agata e il futuro”.
La sua esperienza rivela un paradosso: l’intelligenza artificiale può arrivare a simulare in modo sorprendentemente accurato le sfumature linguistiche e il tono di un autore, ma inevitabilmente, a detta dello stesso Severgnini, “fa cilecca”, tradendo l’autenticità e la profondità che caratterizzano la creazione umana.
La sua riflessione introduce una dimensione cruciale: l’IA, per quanto sofisticata, non possiede la capacità di comprendere il contesto culturale, le esperienze personali e la sensibilità che plasmano la scrittura originale.
Alberto Faustini, al contrario, esprime un profondo disagio nei confronti di questa tendenza.
La sua preoccupazione non è tanto legata alla capacità tecnica dell’IA, quanto alla potenziale erosione dell’identità intellettuale.
L’imitazione dello stile di un autore, spogliata del suo pensiero e della sua esperienza, rischia di banalizzare la scrittura e di confondere il lettore, specialmente in un’epoca caratterizzata da una crescente superficialità nell’approccio all’informazione.
La percezione della realtà potrebbe distorcersi, rendendo difficile distinguere il contenuto originale da una fedele, ma priva di anima, riproduzione.
L’emergere di piattaforme come “Der Kreiser” non dovrebbe generare semplice scandalo, ma piuttosto stimolare una riflessione più ampia sulla natura del giornalismo, sul ruolo dell’autore e sulla responsabilità dell’informazione nell’era digitale.
È necessario promuovere una maggiore consapevolezza critica nei confronti dei contenuti generati dall’IA, incoraggiare l’originalità e premiare la creatività umana.
La sfida non è quella di demonizzare la tecnologia, ma di utilizzarla in modo etico e responsabile, preservando l’integrità della creazione intellettuale e garantendo che il lettore possa sempre distinguere la voce autentica dall’eco artificiale.
Il futuro dell’informazione, e con esso il futuro della nostra comprensione del mondo, dipende dalla nostra capacità di affrontare questa sfida con saggezza e lungimiranza.







