Un’intensa attività di dialogo e pianificazione si è conclusa oggi a Genova, culminando in un’assemblea pubblica di ampio respiro, segnando un momento cruciale per la mobilitazione sindacale nei porti europei.
L’iniziativa, orchestrata dal sindacato USB, con il coinvolgimento attivo dei portuali del Calp – da tempo protagonisti di una strenua opposizione al transito di armamenti attraverso il porto genovese – ha visto convergere delegazioni provenienti da una vasta area geografica, a testimonianza di una crescente consapevolezza e volontà di agire congiuntamente.
Il cuore dell’incontro risiede in una piattaforma condivisa, frutto di un approfondito confronto, che articola una visione politica chiara e incisiva.
Oltre alla condanna esplicita del genocidio in corso a Gaza e dell’occupazione israeliana, la piattaforma pone l’urgente necessità di garantire l’apertura di corridoi umanitari, ritenuti imprescindibili per alleviare la sofferenza della popolazione civile.
Un elemento centrale è la richiesta di un radicale cambio di priorità a livello europeo, con una drastica riduzione degli investimenti militari e una corrispondente riallocazione delle risorse verso settori vitali come la sanità, l’istruzione e i servizi pubblici, elementi fondamentali per il benessere delle comunità.
Infine, la piattaforma promuove il concetto di “porti di pace”, luoghi interdetti al commercio di armi, simboli di una nuova visione del futuro.
La presenza di delegazioni provenienti da Francia, Grecia, Paesi Baschi, Cipro, Slovenia e Amburgo, unitamente a quella di un rappresentante del sindacato palestinese, ha arricchito il dibattito con prospettive diversificate e testimonianze dirette, rafforzando il senso di solidarietà internazionale.
Il portavoce dell’Usb, Francesco Staccioni, ha sottolineato come questo risultato, solo recentemente concepibile, rappresenti un punto di svolta potenziale nella lotta globale per la giustizia sociale e la pace, un’occasione per rafforzare legami e costruire una rete di supporto reciproco tra i lavoratori portuali europei e oltre.
Nelle prossime settimane, il documento sarà sottoposto all’approvazione delle rispettive organizzazioni sindacali, per poi essere reso pubblico e messo in atto, con l’obiettivo di tradurre le parole in azioni concrete e di esercitare una pressione significativa sulle istituzioni europee e nazionali.
La voce dei lavoratori, unita e determinata, si fa interprete di un’urgente richiesta di cambiamento, un appello alla responsabilità e alla costruzione di un futuro più giusto e pacifico per tutti.