02 settembre 2024 – 09:45
Nella notte buia, l’ombra di lei si stagliava contro il muro umido, l’unica ragazza del branco determinata a scegliere le sue vittime con precisione chirurgica. Non cercava sfide, preferiva i bersagli più vulnerabili: coetanei solitari o ragazzi poco più grandi, presi di mira senza pietà. La gang li circondava come predatori affamati. “Passami il cellulare”, chiedeva con voce fredda. Se obbedivano, tutto finiva lì. Altrimenti iniziavano le minacce, seguite da calci, pugni e schiaffi. A volte arrivavano intimidazioni con un coltello in mano o, come accaduto quella tragica sera di venerdì, con un bastone di legno che diventava simbolo della loro violenza.I carabinieri intervennero prontamente dopo la chiamata al 112 delle vittime derubate, riuscendo a catturare la giovane rapinatrice insieme ai suoi complici stranieri nelle strette vie circostanti grazie alla dettagliata descrizione fornita dalle persone aggredite. La ragazza di soli 17 anni si trovò così in manette per rapina in via Matteo Pescatore, confermando un modus operandi crudele e spietato che aveva terrorizzato la città.Quel gruppo criminale non conosceva pietà né compassione, agendo con una ferocia che faceva rabbrividire anche i più coraggiosi. Ma quella notte segnò anche l’inizio della fine per la giovane criminale e i suoi complici, inchiodati dalla giustizia grazie alla prontezza d’intervento delle forze dell’ordine e alla collaborazione delle vittime coraggiose.La storia di quella rapina resterà impressa nella memoria della comunità locale come monito contro il male che può annidarsi nell’animo umano e come esempio della determinazione delle forze dell’ordine nel proteggere i cittadini onesti da chi cerca di seminare terrore e violenza per le strade della città.