La vertenza che coinvolge venti lavoratori edili impiegati nel cantiere della metropolitana di Genova, situato in via Canepari a Brin, si trascina con la persistenza dello sciopero, sollevando interrogativi urgenti sulla tutela del diritto al lavoro e sulla responsabilità delle istituzioni coinvolte.
La situazione, denunciata inizialmente dalla Fillea Cgil, si configura come una grave anomalia nel tessuto economico e sociale locale, con ripercussioni dirette sulla vita di questi lavoratori e delle loro famiglie.
La ditta Manelli, esecutrice del lotto in questione, non adempie da agosto scorso al pagamento degli stipendi, generando una crisi finanziaria personale per i venti operai che si vedono privati di un salario legittimo.
Al di là del mero inadempimento contrattuale, emerge un tentativo di elusione delle responsabilità attraverso la richiesta di trasferimento dei lavoratori in altri cantieri, lontano dalla città di Genova, una manovra che accentua l’allarme e la sensazione di abbandono.
La Fillea Cgil, nel suo appello al Comune, non chiede soltanto l’intervento per la liquidazione degli arretrati, ma sollecita un’indagine approfondita sulle dinamiche che hanno portato a questa situazione, chiedendo che si accerti la responsabilità della ditta appaltatrice e delle procedure di controllo previste.
L’istanza di impiego alternativo in altri cantieri strategici per la città, come lo Scolmatore del Bisagno, non è solo una soluzione pragmatica per alleviare l’immediata difficoltà economica, ma anche un segnale di valorizzazione del capitale umano e delle competenze specifiche di questi lavoratori.
Anche la Filca Cisl Liguria condivide l’urgenza di una risposta immediata, sottolineando il caos e la mancanza di trasparenza che avvolgono la vicenda, esacerbati dalla decisione del Comune di rescindere il contratto con la Manelli.
L’incontro fissato per il 3 ottobre con le organizzazioni sindacali a livello nazionale rappresenta un’opportunità cruciale per fare luce sulle responsabilità e individuare soluzioni concrete.
Il rischio di perdere professionalità specializzate, che possiedono una conoscenza approfondita del cantiere e una consolidata esperienza, è una perdita significativa per la città.
Le promesse, seppur rassicuranti, non sono sufficienti; è necessaria una garanzia scritta e vincolante, che tuteli l’occupazione e assicuri la continuità lavorativa quando la nuova impresa subentrerà.
L’attenzione deve concentrarsi sulla salvaguardia di queste competenze, patrimonio fondamentale per lo sviluppo infrastrutturale di Genova.
La convocazione immediata dell’assessore competente è imprescindibile per garantire una risoluzione equa e tempestiva, che eviti ulteriori sofferenze per i lavoratori e preservi il valore del loro contributo alla città.