lunedì 29 Settembre 2025
21.6 C
Trieste

Teheran Senza Ritorno: Viaggio nell’Anima di una Donna

“Teheran Senza Ritorno”: un viaggio cartografico nell’anima di una donnaLa X edizione de “I Colloqui dell’Abbazia”, che si terrà a Rosazzo (Manzano-Ud) il 3 ottobre 2025, presenterà un’opera che trascende i confini del romanzo per divenire una vera e propria mappa emotiva: “Teheran Senza Ritorno” di Ferdinando Vicentini Orgnani, pubblicato da Oligo editore.

Il libro, curato e introdotto da Elda Felluga e Margherita Reguitti, non è una semplice narrazione, ma un’esplorazione profondissima della psiche umana, intessuta di dolore, resilienza e la ricerca incessante di un’identità perduta.
Al centro di questo affresco complesso e commovente si stagura la figura di Fariba, artista iraniana nata a Tabriz nel 1981.
La sua storia personale si configura come un labirinto di sofferenze, un percorso segnato dalla violenza politica e familiare.
L’Iran che l’ha vista nascere è un paese soffocato da un regime autocratico, un luogo dove la libertà di espressione è un lusso raro e la vita quotidiana è costellata di paure e ingiustizie.
La sua infanzia è avvolta dalle ombre della devastante guerra Iran-Iraq, un conflitto che ha lasciato cicatrici indelebili nella società e nell’animo dei suoi abitanti.
L’adolescenza è un periodo di scoperta dolorosa: la consapevolezza di essere un figlio indesiderato, un peso in una famiglia gravata da aspettative tradite, si aggiunge al mistero che avvolge la morte del fratello Vahid, un evento traumatico che la segnerà per sempre.

La decisione di trasferirsi a Roma per studiare pittura all’Accademia rappresenta per Fariba un atto di coraggio, una fuga necessaria per ricostruire la propria esistenza, per trovare un rifugio dove poter finalmente esprimere la propria arte e la propria individualità.

Roma, città ricca di storia e di cultura, si rivela essere un terreno fertile per la sua creatività, ma anche un banco di prova per la sua capacità di adattamento e di integrazione.
Ferdinando Vicentini Orgnani, regista e sceneggiatore con un solido background formativo presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dimostra in quest’opera la sua profonda sensibilità e la sua capacità di affrontare temi complessi con un linguaggio ricco di sfumature e di immagini evocative.

Il romanzo, più che una semplice storia di esilio e di reinvenzione, è una riflessione universale sulla condizione umana, sulla forza dell’arte come strumento di guarigione e sulla capacità di trovare una nuova casa, non solo geograficamente, ma anche emotivamente, anche quando il passato sembra ineluttabile.

L’opera si propone di essere un invito all’empatia e alla comprensione, un ponte tra culture diverse e un omaggio alla resilienza dello spirito umano.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -