lunedì 29 Settembre 2025
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Milano

San Siro, il nodo cruciale: il Consiglio comunale in fermento.

Il dibattito cruciale sulla potenziale cessione del Giuseppe Meazza, noto come San Siro, anima il Consiglio comunale di Milano.

La discussione, che si prospetta intensa e prolungata, è scandita da una scadenza imminente: il 30 settembre, termine ultimo per l’accettazione dell’offerta di acquisto presentata congiuntamente da Inter e Milan.

L’urgenza è palpabile, richiedendo una rapida definizione del parere sulla delibera in esame.
Il documento in discussione è aperto a modifiche, configurando un processo dinamico che prevede, dopo l’esposizione delle posizioni dei consiglieri, un approfondito esame degli emendamenti.
Al momento, sono stati presentati circa sessanta emendamenti, un numero che potrebbe ulteriormente incrementarsi, riflettendo la complessità e la sensibilità dell’argomento.
La seduta è presieduta dal sindaco Giuseppe Sala, affiancato da tutti i membri della giunta comunale, a testimonianza dell’importanza strategica della decisione in atto.

La composizione politica del Consiglio comunale rivela una divisione interna alla maggioranza: sette consiglieri si sono espressi contrari alla vendita, mentre un elemento decisivo, Marco Fumagalli, capogruppo della Lista Beppe Sala sindaco, è ancora in bilico, trattenendo la sua riserva.

L’approvazione della delibera, necessaria per raggiungere i 25 voti a favore, dipende in gran parte dalla sua decisione.

Il centrodestra, rappresentato da Forza Italia, ha già chiarito la propria strategia: i consiglieri usciranno dall’aula per facilitare l’approvazione, assumendo una posizione di osservazione.

Questa scelta implica una netta distinzione tra l’esigenza di una decisione rapida e le proprie convinzioni politiche.

Parallelamente alla discussione formale, emergono indiscrezioni significative riguardo alle intenzioni dei club interessati: un netto rifiuto da parte di Inter e Milan verso qualsiasi ipotesi di ristrutturazione del Meazza, suggerendo una visione progettuale che esclude interventi di recupero e valorizzazione dell’impianto esistente.

Questa posizione, apparentemente in contrasto con le aspettative di una transizione graduale e sostenibile, solleva interrogativi sulla destinazione futura dell’impianto sportivo e sul suo impatto sul territorio milanese.
La decisione imminente, pertanto, non è solo una questione di governance, ma un nodo cruciale per il futuro del patrimonio sportivo e culturale della città.

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