martedì 30 Settembre 2025
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Mercato del lavoro 2025: over 50 trainano, giovani ancora indietro.

Il tessuto del mercato del lavoro italiano nel secondo trimestre del 2025 rivela una dinamica demografica e occupazionale complessa, caratterizzata da una crescente centralità della popolazione più matura e da persistenti fragilità giovanili.

Un recente rapporto congiunto Cnel-Istat evidenzia come gli occupati di età superiore ai cinquant’anni costituiscano oggi una componente preponderante, superando il 40% della forza lavoro complessiva e rappresentando, in totale, oltre dieci milioni di individui: 9,2 milioni tra i 50 e i 64 anni e quasi un milione al di sopra dei 65.
Il tasso di occupazione nella fascia d’età 50-64 si attesta al 66,5%, un dato che riflette non solo un trend positivo rispetto agli anni precedenti – con un incremento di due punti rispetto al secondo trimestre del 2024 e di ben 24 punti rispetto al 2004, anno di avvio delle rilevazioni storiche – ma anche l’effetto combinato di fattori demografici e politici.
L’ingresso nelle fasce occupazionali di coorti nate negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, unitamente alla progressiva restrizione delle opzioni di pensionamento anticipato, contribuiscono significativamente a questo andamento.

Tuttavia, la fotografia del mercato del lavoro italiano nel 2025 non può essere letta solo attraverso la lente della crescita dell’occupazione over 50.
La situazione dei giovani, in particolare quelli tra i 15 e i 24 anni, continua a destare preoccupazione.

Il tasso di occupazione in questa categoria anagrafica subisce una contrazione rispetto all’anno precedente (-1,7 punti), mentre il tasso di disoccupazione si innalza al 21,5% (+1,3 punti), evidenziando una persistente difficoltà di accesso al mondo del lavoro e una precarietà che limita le prospettive future.

Come sottolinea il presidente del Cnel, Renato Brunetta, i dati confermano un’evoluzione del mercato del lavoro in cui, pur segnando un dato complessivo positivo, con un tasso di occupazione che supera i 24 milioni, emergono elementi di potenziale vulnerabilità per il sistema produttivo.

La crescita costante dell’occupazione over 50, se da un lato rappresenta un elemento di stabilità e di accumulo di know-how, dall’altro crea la necessità di una riflessione approfondita sulla gestione delle competenze e sulla loro trasmissione alle nuove generazioni.

La sfida cruciale per il futuro del lavoro in Italia non è tanto quella di mantenere l’occupazione in età matura, quanto quella di creare un ecosistema che favorisca l’incontro virtuoso tra l’esperienza consolidata e le nuove competenze richieste dal mercato.
Questo implica un investimento strategico nella formazione continua degli over 50, finalizzata all’aggiornamento delle loro skills in linea con le rapide evoluzioni tecnologiche e le sfide ambientali che caratterizzano l’economia globale.
Allo stesso tempo, è imperativo implementare politiche attive per il lavoro che sostengano l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, offrendo opportunità di formazione mirata, incentivi all’assunzione e percorsi di mentorship che facilitino l’acquisizione di competenze spendibili.

L’obiettivo primario deve essere quindi la creazione di una piattaforma di scambio dinamico e reciprocamente vantaggioso, in grado di valorizzare al meglio il capitale umano presente nel Paese e di garantire una transizione fluida verso un futuro del lavoro inclusivo, sostenibile e prospero.
Questo richiede un approccio olistico, che coinvolga attivamente istituzioni, imprese, sindacati e il mondo della ricerca, per costruire un sistema di welfare e di politiche attive per il lavoro in grado di rispondere efficacemente alle sfide del XXI secolo.

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