Il risultato elettorale ha lasciato un’amara consapevolezza: il mancato raggiungimento del quorum, con un margine di 83 voti, preclude a tremila cittadini l’accesso diretto a una voce nel Consiglio regionale.
Un dato significativo che solleva interrogativi cruciali sulla partecipazione democratica e sulla vitalità del dibattito pubblico in Valle d’Aosta.
L’assenza di una rappresentanza formale nel Consiglio non implica, tuttavia, l’interruzione dell’impegno civico e politico.
La nostra azione continuerà a manifestarsi, a plasmare il tessuto sociale e a promuovere le istanze che hanno animato la nostra campagna elettorale.
La sfida ora è ridefinire le modalità di intervento, rafforzando le connessioni con la comunità e ricercando nuovi canali di dialogo e di influenza.
Nonostante la delusione, emerge un elemento di potenziale cambiamento positivo.
La battaglia per la preferenza di genere, al centro del nostro programma, ha determinato un impatto tangibile sulla composizione futura del Consiglio regionale.
L’introduzione di una maggiore rappresentanza femminile, seppur limitata, costituisce un passo avanti significativo verso una politica più inclusiva e attenta alle diverse sensibilità presenti nel territorio.
Questa piccola ma importante conquista testimonia la forza di un cambiamento culturale che, al di là dei risultati elettorali, continuerà a incidere sulla vita politica della Valle d’Aosta.
La coalizione, che vedeva riuniti il Movimento 5 Stelle, Adu Vda, Area Democratica, Rifondazione Comunista e Risorgimento Socialista, ha rappresentato un tentativo di convergenza di forze progressiste, con l’obiettivo di proporre un’alternativa politica capace di rispondere alle esigenze di una comunità spesso marginalizzata dai processi decisionali.
Questo esperimento di aggregazione politica, pur non avendo raggiunto l’obiettivo di una rappresentanza numericamente significativa nel Consiglio, ha contribuito a stimolare un dibattito politico più ampio e articolato, aprendo nuove prospettive per il futuro.
Il percorso di rinnovamento democratico non si arresta, ma si ripropone con rinnovato slancio e nuove strategie.