martedì 30 Settembre 2025
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Rome

Studenti in mobilitazione: occupata la facoltà di Scienze Politiche

“Basta silenzi, basta complicità: la guerra non è una necessità, ma una scelta”.

Questo l’eco delle voci che hanno vibrato all’interno di Sapienza, mentre un’imponente bandiera palestinese si dispiegava, simbolo tangibile di un sentimento di profonda solidarietà.
Studenti, collettivi universitari e il movimento Cambiare Rotta hanno agito, occupando la facoltà di Scienze Politiche dell’ateneo romano, in un gesto che va oltre la semplice interruzione delle lezioni, configurandosi come una dichiarazione di principio e una forma di resistenza civile.

L’azione si è concretizzata a seguito di un corteo studentesco che, attraversando il cuore pulsante della città universitaria, ha trovato eco e sostegno in diverse facoltà e dipartimenti.
Un percorso che non è stato solo geografico, ma anche ideologico, una passeggiata tra cattedre e aule per smuovere coscienze e interrogare il ruolo dell’istruzione di fronte alla sofferenza globale.
La mobilitazione, nata in risposta alla drammatica situazione in Palestina, si estende al sostegno della Global Flotilla, un’iniziativa che incarna la volontà di rompere l’assedio e ristabilire i diritti fondamentali del popolo palestinese.
L’occupazione non si limita a un atto isolato di protesta.
Essa rappresenta una critica radicale alle dinamiche di potere che alimentano i conflitti armati, interrogando il ruolo delle istituzioni accademiche di fronte a scelte politiche discutibili.
Si pone l’urgenza di una riflessione profonda sulle cause strutturali della guerra, superando narrazioni semplificanti e promuovendo un’analisi critica delle responsabilità internazionali.

La scelta di occupare la facoltà di Scienze Politiche, luogo per eccellenza di analisi e formazione politica, non è casuale.

Si vuole stimolare un dibattito aperto e partecipato, coinvolgendo docenti, studenti e personale universitario in una discussione seria e costruttiva sulle implicazioni etiche e politiche della guerra, sull’importanza del diritto internazionale e sulla necessità di promuovere la pace attraverso il dialogo e la cooperazione.

L’azione vuole inoltre fungere da catalizzatore per un movimento studentesco più ampio, capace di superare le divisioni ideologiche e di unirsi in una voce comune per la giustizia e la solidarietà, un movimento consapevole del proprio ruolo nella costruzione di un futuro più equo e pacifico per tutti.
Non si tratta solo di protestare contro la guerra, ma di promuovere attivamente alternative pacifiche e sostenibili, di costruire ponti tra culture e popoli, di difendere i diritti umani e di costruire un mondo più giusto per le generazioni future.

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