La comunità italiana si è mobilitata con un’ondata di solidarietà a sostegno dei tre vigili del fuoco coinvolti nelle indagini conseguenti alla tragica perdita di Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar, i giovani strappati alla vita dalle acque impetuose del fiume Natisone il 31 maggio 2024.
L’iniziativa di raccolta fondi, promossa dalla sezione di Udine dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco, ha visto un’affluenza straordinaria, con donazioni provenienti da ogni regione d’Italia che si avvicinano rapidamente alla soglia dei novanta mila euro, testimoniando un profondo sentimento di vicinanza e supporto.
La situazione giuridica dei vigili del fuoco si presenta complessa e gravosa.
Le spese legali e per consulenze tecniche specialistiche, necessarie per affrontare un procedimento giudiziario di tale portata, sono state stimate in circa 300 mila euro.
Un onere finanziario significativo, esacerbato dall’assenza di anticipazioni dirette da parte del Ministero dell’Interno, il quale interverrebbe solo a processo concluso, potenzialmente attraverso meccanismi assicurativi.
Questo vuoto di finanziamento immediato ha reso la raccolta fondi un supporto cruciale per i tre indagati, permettendo loro di garantire una difesa adeguata.
Il processo si articola attualmente in due distinte fasi.
La prima, prevista per il 17 novembre, si concentrerà sull’operatore della SORES (Servizio Operativo di Soccorso e Emergenza), mentre la seconda, fissata per il 2 dicembre, vedrà i tre vigili del fuoco al centro dell’attenzione giudiziaria.
Questa divisione processuale riflette la complessità delle responsabilità da accertare e la necessità di un’analisi dettagliata dei fatti.
In parallelo, i familiari delle vittime hanno espresso la volontà di costituirsi parte civile nel processo, presentando una richiesta di risarcimento danni di ingenti 3,7 milioni di euro.
Questo aspetto introduce una dimensione di conflitto di interessi e di responsabilità civili che si affianca all’indagine penale in corso.
La richiesta di risarcimento testimonia il profondo dolore e le perdite irreparabili subite dalle famiglie, sottolineando la necessità di un’attenta valutazione delle responsabilità e delle conseguenze di questo tragico evento.
La vicenda solleva questioni etiche e giuridiche rilevanti, riguardanti l’equilibrio tra la necessità di accertare le cause di un evento catastrofico, il diritto alla difesa degli indagati e il diritto al risarcimento delle vittime.
La solidarietà espressa attraverso la raccolta fondi riflette non solo la vicinanza ai vigili del fuoco, ma anche un desiderio diffuso di giustizia e di supporto a chi si trova ad affrontare una situazione così difficile e delicata.
La vicenda pone, inoltre, l’attenzione sulla gestione della sicurezza in contesti a rischio come le aree fluviali e sulla necessità di protocolli di intervento chiari ed efficaci.