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Studentessa a Milano: Misure Restrittive e Dibattito sui Diritti

L’imposizione di misure restrittive di durata significativa è stata formalmente comunicata dalla Questura di Milano a una giovane studentessa di 21 anni, attiva nel centro sociale Lambretta, recentemente coinvolta, insieme ad altre persone, in episodi di disordini in seguito a una manifestazione a sostegno della popolazione di Gaza.
La vicenda, sviluppatasi il 22 settembre, ha portato all’arresto della studentessa e di altri quattro individui – una coetanea, un uomo di 36 anni e due minorenni – con conseguente obbligo di firma per tutti gli interessati.

Le restrizioni imposte alla giovane, caratterizzate da una portata inedita e potenzialmente limitativa della sua libertà di movimento, le vietano, per un periodo di due anni, la frequentazione e la permanenza in prossimità di esercizi commerciali di somministrazione di alimenti e bevande.

Nello specifico, sono interessati i ristoranti, le pizzerie, le gelaterie, le pasticcerie e altri locali situati in diverse aree della città.

Parallelamente, per un anno, è stata imposta la sospensione dell’accesso alla stazione ferroviaria Centrale, ai treni, alla rete metropolitana e alle zone circostanti.

Un divieto che, come sottolinea il legale della ragazza, l’avvocato Mirko Mazzali, estende le limitazioni anche alla possibilità di utilizzare il trasporto pubblico.

La decisione della Questura solleva interrogativi complessi in relazione alla proporzionalità delle misure adottate e alla loro incidenza sui diritti fondamentali della persona.
L’imposizione di restrizioni di tale portata, soprattutto per una giovane studentessa, richiede una valutazione approfondita del bilanciamento tra la necessità di garantire l’ordine pubblico e il rispetto dei principi costituzionali relativi alla libertà di movimento e di espressione.
L’avvocato Mazzali ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso contro le misure restrittive, evidenziando la necessità di una verifica giuridica accurata della legittimità delle stesse e della loro rispondenza ai principi di ragionevolezza e proporzionalità.
Il caso apre un dibattito sulla gestione delle manifestazioni pubbliche e sulle modalità di applicazione delle misure di prevenzione, con particolare attenzione al rispetto dei diritti individuali e al ruolo della magistratura nel garantire un giusto equilibrio.

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