Un’onda di solidarietà e protesta ha travolto Asti nella serata di ieri, materializzandosi in un flash mob improvvisato in piazza Alfieri, di fronte alla Prefettura.
L’evento, nato come risposta emotiva all’abbordaggio della Global Sumud Flotilla da parte delle forze navali israeliane diretta verso la Striscia di Gaza, ha catalizzato l’attenzione di una comunità profondamente sensibile alle vicende umanitarie che coinvolgono il Mediterraneo orientale.
Il messaggio, diffuso rapidamente attraverso i canali social, ha invitato i cittadini ad unirsi ad un presidio spontaneo sotto la Prefettura.
“Chi può, venga sotto la Prefettura di Asti per le 21.30, facciamo un presidio per la Flotilla,” recitava il testo, che testimonia la velocità e la potenza della comunicazione digitale nell’organizzare forme di espressione collettiva.
La mobilitazione non si è arrestata alla manifestazione serale.
Oggi, alle 18.30, un corteo partirà da piazza Roma, diretto a sensibilizzare l’opinione pubblica e a denunciare le azioni che hanno interrotto la missione umanitaria.
Due ulteriori presidi sono stati programmati per la serata: uno davanti all’ospedale Cardinal Massaia di Asti e l’altro a Nizza Monferrato, presso il Santo Spirito, confermando l’estensione geografica e la volontà di mantenere alta l’attenzione sulla questione.
L’adesione della CGIL di Asti allo sciopero generale di venerdì, con un corteo in partenza da piazza Roma alle 8, sottolinea la portata politica e sindacale della protesta.
L’attesa partecipazione di numerosi studenti suggerisce un coinvolgimento trasversale generazionale, che vede i giovani schierarsi a favore di un’azione umanitaria e a sostegno dei diritti del popolo palestinese.
La vicenda della Global Sumud Flotilla non è quindi percepita come un mero episodio di cronaca, ma come simbolo di una più ampia crisi umanitaria e di un conflitto irrisolto, che richiede un impegno costante da parte della comunità internazionale e della società civile.
L’eco della protesta astigiana si unisce al coro globale di voci che chiedono giustizia, rispetto del diritto internazionale e la garanzia di un accesso sicuro e dignitoso per gli aiuti umanitari verso Gaza.