Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha sancito un punto fermo nell’inchiesta che nel 2024 scosse la Provincia di Caserta e costrinse alle dimissioni del suo allora presidente, Giorgio Magliocca, con la disposta archiviazione del fascicolo per otto persone.
Questa decisione, seppur parziale, segna una svolta procedurale, mentre l’attenzione resta puntata sulla posizione di Magliocca, per il quale la Procura mantiene aperta la strada verso il processo, non avendo presentato istanza di archiviazione.
L’archiviazione, frutto di una richiesta congiunta dei sostituti procuratori Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano, guidati dal procuratore Pierpaolo Bruni, coinvolge figure chiave all’interno dell’apparato amministrativo provinciale e nel tessuto imprenditoriale locale.
Tra gli archiviati figurano Gerardo Palmieri, dirigente di spicco del settore Viabilità e Trasporti, e Clara Di Patria, architetto all’interno dello stesso dipartimento, entrambi figure centrali nella gestione di appalti e progetti infrastrutturali.
L’elenco prosegue con Paolo Madonna, altro dirigente provinciale, e gli imprenditori Cosimo Rosato e Adolfo Raimondo, figure chiave nel settore delle costruzioni e dei servizi.
L’archiviazione estende la sua influenza anche a Marcello Baldo, responsabile tecnico del comune di Pignataro Maggiore – ente in cui Magliocca ricoprì la carica di sindaco prima delle sue dimissioni – e a Luigi e Alfonso De Lucia, padre e figlio, entrambi con ruoli in ambito economico locale.
La decisione di archiviazione, pur rappresentando un sollievo per questi soggetti, non cancella la gravità complessiva delle accuse.
L’inchiesta, al suo nucleo, ipotizza un sistema di favoritismi e tangenti che avrebbe distorto le dinamiche degli appalti pubblici, piegando la macchina amministrativa a interessi privati.
La Procura, nella sua ricostruzione, suggerisce un quadro allarmante in cui la posizione di Magliocca sarebbe stata centrale nell’assegnazione di contratti diretti a Rosato e a Gianpaolo Benedetti (quest’ultimo non incluso nell’archiviazione), in cambio di ingenti sponsorizzazioni per l’Asd Vitulazio, squadra di calcio dilettantistica in cui militava il figlio di Magliocca.
Questa dinamica solleva interrogativi sulla confluenza tra interessi personali e funzioni pubbliche, e sull’uso di risorse destinate al bene comune a fini elettorali e di immagine.
L’archiviazione, pur attenuando temporaneamente le conseguenze legali per alcuni imputati, non può offuscare la necessità di una profonda riflessione sul ruolo della pubblica amministrazione, sulla trasparenza degli appalti e sulla responsabilità dei detentori del potere, al fine di garantire un’amministrazione equa e al servizio della collettività.
L’attenzione si concentra ora sull’evoluzione del caso Magliocca e sulle prove che la Procura intende raccogliere per sostenere l’accusa di corruzione e abuso d’ufficio.