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Asaad, 8 anni, sopravvive alla tragedia di Gaza: una protesi 3D e speranza.

La notte tra il 19 e il 20 maggio, un atto di violenza inaudita ha lacerato la Striscia di Gaza, spezzando il filo di una vita familiare e seminando dolore e orrore.

Un missile, indiscriminato e spietato, ha colpito l’abitazione di Yousef Al Zaiza, un padre strappato alla sua famiglia, con la moglie, una figlia di dodici anni e numerosi parenti inghiottiti dalla tragedia.
I due figli, Asaad e Mohamed, sono sopravvissuti, ma il loro futuro è stato segnato da ferite profonde, sia fisiche che emotive.

Asaad, solo otto anni, ha subito lesioni gravissime: l’amputazione della gamba destra è stata una necessità impellente, la compromissione della vista all’occhio destro un ulteriore fardello.
In un primo momento, le sue condizioni sono apparse irreversibili, una tragica conferma della devastazione che lo aveva colpito.

Solo un intervento di rianimazione cardio-polmonare, un atto disperato di speranza, è riuscito a strapparlo alla morte, proiettandolo in un percorso di guarigione lungo e incerto.
La gravità della situazione ha reso necessaria un’evacuazione medica urgente dalla Striscia di Gaza, un ponte di umanità costruito dalla missione Food for Gaza, promossa dalla Regione Piemonte e sostenuta dal Ministero degli Esteri italiano.

Giunto a Torino, Asaad è stato accolto dall’équipe di chirurgia oculare dell’ospedale Regina Margherita, che con maestria e dedizione ha combattuto per preservare la sua vista, un dono prezioso per il futuro.
L’Officina Ortopedica Maria Adelaide, un centro di eccellenza nella realizzazione di protesi ad alta tecnologia, ha compiuto un gesto di straordinaria generosità, donando ad Asaad una protesi realizzata con stampa 3D all’avanguardia.
Questa non è solo una gamba artificiale, ma un simbolo di resilienza, un invito a guardare avanti, a ricostruire la propria vita nonostante le ferite.
“La sofferenza che si consuma a Gaza è una ferita aperta sulla coscienza dell’umanità,” afferma Roberto Ariagno, direttore dell’Officina Ortopedica Maria Adelaide.
“Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a una realtà così drammatica, dove vite innocenti vengono spezzate e intere comunità sono costrette a vivere in condizioni inaccettabili.
La storia di Asaad mi ha profondamente commosso e ho sentito l’imperativo di offrirgli un piccolo contributo per aiutarlo a ritrovare un barlume di speranza.
“Le parole di Yousef, il padre disperato ma grato, risuonano come un inno alla solidarietà: “Sono profondamente commosso e riconoscente a tutti coloro che hanno permesso l’apertura di questi canali umanitari, all’ospedale Regina Margherita, all’Officina Ortopedica Maria Adelaide e alla Croce Rossa Italiana di Torino.

Il vostro supporto ci ha offerto una luce nel tunnel, la speranza di un futuro migliore per i miei figli.

“La storia di Asaad è un monito, un appello all’azione, un ricordo che la compassione e la solidarietà possono lenire le ferite più profonde e offrire una seconda possibilità a chi ha perso tutto.
È un esempio luminoso di come l’umanità, anche nelle sue più piccole manifestazioni, possa trionfare sull’odio e sulla distruzione.

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