Un’onda di partecipazione popolare ha travolto Trieste questa sera, dando vita a un corteo improvvisato partito da piazza della Borsa.
L’iniziativa, nata in risposta al blocco della “Global Sumud Flotilla” diretta a Gaza, ha visto convergere una variegata rappresentanza della società civile triestina e di esponenti politici, uniti da una profonda preoccupazione per la situazione umanitaria in Palestina.
La manifestazione, stimata in circa 1500 persone secondo le prime valutazioni della Questura, ha assunto i colori e le voci di un sentimento diffuso, che va ben oltre l’appoggio a una singola organizzazione.
Bandiere palestinesi, insieme a quelle di associazioni come Avs e del Movimento 5 Stelle, si sono mescolate a striscioni eloquenti che esprimevano la condanna del conflitto e il desiderio di una soluzione pacifica.
Il corteo, costantemente scortato dalle forze dell’ordine, ha attraversato il centro cittadino, portando con sé non solo slogan di supporto alla Palestina, ripetuti in un coro vibrante – “Free Free Palestine” – ma anche messaggi di denuncia contro le responsabilità internazionali e una richiesta di giustizia per la popolazione civile.
Lo striscione di apertura, “Al fianco della resistenza palestinese, Israele criminale”, ha sintetizzato la posizione di molti partecipanti, riflettendo una percezione di gravità e urgenza rispetto agli eventi in corso.
L’evento ha rappresentato un momento di forte espressione democratica, un’affermazione di solidarietà e un chiaro segnale di consapevolezza da parte della comunità triestina, che, con parole e simboli, ha voluto manifestare il proprio sostegno a un popolo in sofferenza e la propria aspirazione a un futuro di pace e dignità per la Palestina, un futuro che trascenda le attuali divisioni e si estenda “dal fiume al mare.
” Il corteo non è stato solo una protesta, ma un atto di cittadinanza attiva e un appello a una riflessione più ampia sulle cause e le conseguenze del conflitto israelo-palestinese.