Un’ondata di mobilitazione studentesca, nata nel cuore di Genova, si è riversata sulla città, assumendo una dinamicità inaspettata e generando un’occupazione del nodo ferroviario di Sampierdarena.
Il corteo, inizialmente composto da migliaia di studenti delle scuole superiori e universitari che marciavano da via Balbi, ha superato le aspettative e le dinamiche previste, rifiutando la tradizionale conclusione del percorso al varco portuale di Albertazzi.
La scelta di proseguire verso Sampierdarena, in direzione della stazione ferroviaria, ha rappresentato una radicalizzazione dell’azione di protesta, evidenziando una crescente frustrazione e un desiderio di ampliare l’impatto della mobilitazione.
Un gruppo avanzato, composto prevalentemente da figure di matrice antagonista, ha forzato l’ingresso nella stazione, occupando i binari e interrompendo il normale flusso ferroviario.
L’azione, spontanea e non pianificata, ha creato un’inattesa frattura all’interno del movimento studentesco.
Mentre una parte degli studenti, raggiunta l’area del varco Albertazzi, ha continuato la marcia in maniera autonoma, percorrendo la sopraelevata – lo stesso tragitto precedentemente seguito dalla CGIL – un altro gruppo si è concentrato sull’occupazione della stazione.
L’USB, sindacato di base fortemente presente nel movimento, ha invece mantenuto una posizione di blocco al varco Albertazzi, in attesa di un corteo ufficiale previsto per le ore 14:00.
Questa scelta sottolinea una divergenza strategica con il gruppo più radicale che ha optato per l’azione diretta e l’occupazione di un’infrastruttura cruciale come la stazione ferroviaria.
L’evento a Sampierdarena solleva interrogativi sulle dinamiche interne al movimento studentesco e sulla capacità dei leader sindacali di controllare l’evolversi della protesta.
L’azione spontanea e l’occupazione della stazione testimoniano un’energia conflittuale latente, pronta a esplodere al di fuori dei canali di comunicazione ufficiali e a sfidare le autorità.
L’impatto di questa mobilitazione, con ripercussioni potenziali sul traffico ferroviario e sulla sicurezza pubblica, è destinato a modificare il quadro delle proteste studentesche a Genova.