Il corteo a sostegno della Palestina, e in particolare in connessione con l’iniziativa della Flotilla, ha visto culminare la sua marcia nel centro di Taranto con un sit-in davanti alla Prefettura.
Un gesto di protesta, supportato dalla presenza attiva di esponenti del movimento “Taranto per la Palestina”, che ha portato le autorità a disporre, a scopo preventivo, la chiusura dell’accesso principale all’edificio governativo.
L’azione manifesta non è semplicemente una dimostrazione di supporto a una causa umanitaria, ma un atto di denuncia mirato a sollevare questioni di responsabilità politica e aziendale.
Gli attivisti rivendicano un incontro formale con le istituzioni, richiedendo un’assunzione di responsabilità precisa da parte di Eni e delle autorità locali in merito al controverso attracco e al successivo rifornimento della petroliera “Seasalvia”.
La nave, giunta a Taranto per caricare greggio, è stata oggetto di pesanti accuse sindacali e di associazioni ambientaliste, che la indicano come fornitrice di carburante per l’aviazione militare israeliana, in un contesto di conflitto e gravi violazioni del diritto internazionale.
La successiva partenza della “Seasalvia” alla volta di Port Said, in Egitto, non ha placato la protesta, anzi, l’ha intensificata.
Il movimento “Taranto per la Palestina” ha espresso con forza la volontà che il porto di Taranto non si renda complice di eventi che possono essere interpretati come atti di genocidio, sottolineando la necessità di interrompere la catena di approvvigionamento che potrebbe alimentare il conflitto.
L’appello al blocco delle attività in tutta Italia, con una giornata di sciopero, riflette la convinzione che un’azione coordinata e di ampia portata sia necessaria per esercitare pressione sulle istituzioni e sulle aziende coinvolte, evidenziando la complessità etica e politica di un commercio che, secondo gli attivisti, alimenta la sofferenza e la violenza.
La protesta si configura quindi come una denuncia globale, che mira a collegare le dinamiche locali – il ruolo del porto di Taranto – alle implicazioni internazionali di un conflitto che suscita crescente preoccupazione e appello a un intervento urgente e responsabile.