Il fascicolo 28 della collana “Sardus Paper”, un progetto di valorizzazione storica promosso e diretto da Angelino Mereu, recupera e ripropone un documento eccezionale: un articolo del 1946 che fotografa la Cagliari del dopoguerra, città ferita e ancora percorsa dalle cicatrici dei bombardamenti del 1943.
Più che una semplice ripubblicazione, si tratta di un’operazione di restauro e contestualizzazione di una testimonianza essenziale per comprendere il trauma e la resilienza di una comunità.
Il cuore del documento è costituito da tre filoni narrativi intrecciati: le immagini crude e immediate realizzate da Galep, artista sensibile al dramma umano che si svolgeva sotto i suoi occhi; l’intervista rilasciata all’allora sindaco Cesare Pintus, un resoconto di prima mano delle sfide amministrative e delle decisioni difficili prese in un periodo di crisi estrema; e la testimonianza di Benedetto Porcella, oggi un centenario custode di memorie dolorose, che restituisce la prospettiva individuale e profondamente umana di un cittadino coinvolto nel disastro.
Galep, con la sua pennellata rapida e intensa, non si limita a documentare la distruzione fisica.
Cattura l’angoscia nei volti dei sopravvissuti, la precarietà delle loro condizioni di vita, la disperazione che si mescola alla speranza di ricostruzione.
Le sue illustrazioni, in bianco e nero, amplificano l’impatto emotivo del racconto, offrendo uno sguardo penetrante sulla sofferenza collettiva.
L’intervista a Cesare Pintus, figura chiave nel panorama politico cagliaritano dell’epoca, fornisce un’analisi dettagliata delle conseguenze immediate dei bombardamenti: il crollo del tessuto urbano, l’emergenza abitativa, le difficoltà nell’approvvigionamento di cibo e beni di prima necessità.
Il racconto del sindaco rivela le tensioni interne all’amministrazione, le pressioni esterne e le scelte strategiche volte a garantire la sopravvivenza della città.
La voce di Benedetto Porcella, centenario testimone oculare degli eventi, aggiunge una dimensione personale e intima al racconto.
La sua memoria restituisce la quotidianità della guerra, la paura costante, la perdita di persone care, ma anche la forza d’animo che ha permesso alla comunità di rialzarsi.
La sua testimonianza, ricca di dettagli e di emozioni, è un prezioso contributo alla ricostruzione della memoria storica.
Il fascicolo “Sardus Paper” non si limita a presentare questi documenti, ma li inserisce in un contesto più ampio, fornendo analisi e approfondimenti che ne esaltano il significato storico e culturale.
Si tratta di un’occasione per riflettere sulle conseguenze della guerra, sulla fragilità delle città e sulla capacità di resilienza delle comunità.
Un omaggio alla memoria di Cagliari e dei suoi abitanti, un monito per il futuro.