L’onere fiscale ambientale grava in maniera sproporzionata sulle spalle di cittadini e imprese italiane, configurando un divario significativo rispetto al resto d’Europa.
Un’analisi dettagliata condotta da Confartigianato, presentata nel contesto della convention “Energies e Transition High School”, rivela un esborso complessivo di 11,1 miliardi di euro superiore alla media europea, tradotto in un aggravio pro capite di 188 euro.
Questa disarmonia si manifesta in un quadro fiscale nazionale che assorbe il 54,2 miliardi di euro, rappresentando il 2,5% del Prodotto Interno Lordo.
Questo dato colloca l’Italia ben al di sopra della media europea, con un incremento di mezzo punto percentuale, circostanza paradossale considerando che l’impatto ambientale complessivo del paese risulta inferiore all’8,4% rispetto alla media continentale.
Questa situazione, in aperto contrasto con il principio cardine europeo “chi inquina paga”, genera un fardello eccessivo per le imprese e i nuclei familiari, compromettendo la sostenibilità economica e ostacolando la transizione ecologica.
La componente energetica domina in maniera preponderante il gettito fiscale ambientale, contribuendo per il 78,4%, ovvero 42,5 miliardi di euro.
All’interno di questo comparto, le accise sui carburanti rappresentano la voce più consistente, accumulando un valore di 25,7 miliardi.
A queste si aggiungono le imposte sull’elettricità (9,1 miliardi) e sul gas metano (3,5 miliardi).
Il settore dei trasporti contribuisce ulteriormente con 11,1 miliardi, di cui una quota significativa (5,5 miliardi) è imputabile alle tasse automobilistiche pagate dalle famiglie.
L’Italia si posiziona, in modo allarmante, tra i paesi europei con la tassazione più elevata sui carburanti.
L’accisa sul gasolio, in particolare, si distingue per la sua eccezionale pesantezza (632 euro per 1.000 litri), superando la media dell’Eurozona di quasi il 25%.
Anche l’accisa sulla benzina si mantiene su livelli particolarmente elevati (713 euro per 1.000 litri), collocandosi tra le più onerose in Europa.
Confartigianato sollecita pertanto un’urgente revisione della politica fiscale ambientale, auspicando un approccio che premi gli sforzi compiuti verso l’efficienza energetica e che riconosca il ruolo cruciale delle piccole e medie imprese nella realizzazione di una transizione ecologica efficace e inclusiva.
La sostenibilità ambientale, secondo quanto ribadito dal presidente di Confartigianato, Marco Granelli, non può essere perseguita a scapito della sostenibilità economica, poiché un sistema fiscale ingiusto e penalizzante rischia di soffocare la crescita, minare la competitività e compromettere l’intero processo di decarbonizzazione.
È imperativo, dunque, orientare le politiche fiscali verso incentivazioni reali e strumenti che favoriscano l’innovazione, l’adozione di tecnologie pulite e la creazione di un modello economico più equo e resiliente.